Della Tesla Roadster avevamo già parlato. La giovane azienda costruttrice di auto sportive è stata la prima a capire che per vendere un’auto elettrica non bisogna sottolinearne la diversità dal resto del mercato, ma mostrare una linea di continuità con le cugine a combustione interna, accentuandone i punti di forza.
Le auto ordinate dalla sua presentazione sono più di mille, ma ne sono state prodotte circa 150. Nonostante la difficoltà a soddisfare gli ordini, anche i piani alti di Tesla Motors parlano di crisi, nella speranza forse di attingere, insieme ai colossi del settore, ai fondi fondi pubblici che i giganti del settore auto statunitense stanno chiedendo insistentemente.
Nel frattempo il progetto si evolve e si migliora e arriva la versione Sport, con nuove sospensioni, aerodinamica e una curva di coppia migliorata per il motore. Sale anche il prezzo naturalmente.
Alla (tutto sommato) modica cifra di 112.000 euro (tasse escluse) ci si può portare a casa il nuovo allestimento, dedicato a chi vuole correre davvero. Le modifiche iniziano già dalle gomme di primo equipaggiamento, che qui sono delle Yokohama UHP, passando per le sospensioni, che ora sono regolabili manualmente e beneficiano di barre anti-rollio irrigidite.
L’aerodinamica è stata rifinita con lo scopo di diminuire l’attrito e, insieme a un motore con potenza massima invariata ma con un’erogazione della coppia migliorata e appiattita, garantisce prestazioni sempre più ai vertici. Se la Roadster standard otteneva già un ottimo 3,9s da 0 a 100, la Sport abbassa ulteriormente il dato a 3,7s.
Chissà magari questo allestimento è stato proposto per rispondere al preparatore tedesco Brabus, che qualche mese fa presentò un’abominevole tuning della Tesla, che non apportava alcun miglioramento stradale e prestazionale, ma che aggiungeva neon e led blu a casaccio e l’emulazione di un V8 tramite un impianto audio installato nell’abitacolo appositamente: imbarazzante.