Dopo aver parlato del glorioso ma incompreso Acorn Archimedes, torniamo oggi sulla tecnologia RISC per rievocare un prodotto minore nella storia di Big Blue, ma tuttavia centrale per comprendere l’evoluzione delle strategie di IBM nel mondo PC/Workstation.
Un sistema passato erroneamente alla storia come PC per un problema di naming e di posizionamento, nato attorno alla volontà di IBM – artefice di ottima parte del successo di Intel – di emanciparsi da questo fornitore all’alba della guerra dei cloni e ritagliarsi un ruolo da protagonista nell’allora rampante mercato PC.
Un’impresa che anche nel successivo caso di PS/2 non riuscì, tanto che IBM fu costretta a vendere la divisione PC e “consolarsi” con il molto più profittevole e stabile mercato delle soluzioni HW/SW enterprise.
Veniamo quindi al nostro RT/PC (1986), alias 6150 RT, dove RT sta per RISC Technology. Un sistema basato sulla CPU ROMP a 32bit, prodotta in casa da IBM, nata proprio dal riconoscimento del fatto che l’inclusione di CPU Intel nell’architettura PC stava aumentando il peso dell’azienda di Santa Clara ben oltre la soglia che IBM riteneva accettabile per un fornitore.
Una presa di coscienza tempestiva, ma tuttavia contrastata all’interno della stessa IBM, da parte di una fazione – che in ultima istanza avrebbe trionfato – sostenitrice della continuità del rapporto con Intel.
Una presa di coscienza radicata su uno scenario in cui IBM era già un colosso, mentre Intel, tra l’altro beneficiaria di un forte trasferimento tecnologico da IBM sul packaging, era di svariati ordini di grandezza più piccola. Una situazione dunque che presenta analogie con la decisione di Apple di svincolarsi parzialmente da Intel, ed affidarsi a NVIDIA per le soluzioni chipset.
Ma torniamo al nostro RT/PC, che siede dunque su un punto nodale della storia di IBM e del Personal Computer in generale. Figlio di una concezione ingenua e purista – i suoi sostenitori in IBM erano chiamati “i fanatici del RISC” – di cui cadde vittima anche DEC, secondo cui un’architettura buona si afferma spontaneamente, fu compromesso da errori di varia natura.
In primis di posizionamento: in evidente crisi decisionale sulle materie che abbiamo appena elencato, IBM lo affidava ai propri venditori come un qualunque PC, quindi con margini esigui. Si trattava tuttavia di una macchina nettamente più costosa e difficile da vendere, e la forza vendita gli preferì naturalmente i più economici PC. La stessa IBM era poi ambigua nel posizionarlo come un concorrente del PC, a partire dal conflitto fra un nome allusivo e un prezzo fuori scala (dai 10 ai 20.000 dollari).
Dal punto di vista tecnico ROMP, il cuore di RT/PC, rifletteva l’inesperienza di IBM nella progettazione di CPU. Con prestazioni ridotte e un bug nella FPU, ROMP non sembrava competitivo con la rapida evoluzione che interessava il fronte x86 e RISC. In ROMP poi non credeva per prima IBM, che ne cancellò nel 1982 un progetto evolutivo, che avrebbe dovuto portarne le prestazioni a ben 9 mips.
Sul fronte software, RT/PC è era la prima workstation IBM equipaggiata con AIX, un OS Unix rilasciato nella sua V1 nel 1986, nuovo arrivato in un settore Unix già maturo. Erano tuttavia disponibili in alternativa l’Academic OS (AOS), un port di BSD sviluppato per le esigenze del mondo educational, e Pick OS, un sistema operativo basato su un database proprietario e ancora presente in ambienti mainframe.
RT/PC trovò dunque qualche diffusione nei mercati del CAD/CAM, in quello educational grazie ad AOS, nella gestione di magazzini grazie al database integrato in Pick OS e come interfaccia a mainframe IBM, grazie al supporto per il protocollo di rete SNA e il file system DS.
Possiamo individuare molti fattori dietro all’insuccesso commerciale di RT/PC e al suo successivo ritiro, nel 1990: le novità introdotte da AIX, le scarse performance rispetto ad altre workstation Unix, il crescente interesse del mercato per il mondo PC. Al di sopra di tutte queste cause contingenti sembra tuttavia emergere l’orientamento di IBM a favore di Intel, il quale, prima di ogni altro fattore, impedì che a un progetto così ambizioso fossero dedicate le risorse necessarie.
Dietro a un prodotto sconosciuto come RT/PC si cela dunque uno dei tanti bivi che condizionano il presente del mondo informatico. Se IBM avesse scelto di supportare appieno RT/PC, e di sviluppare le sue CPU in casa, sottraendo nel 1986 il supporto ad Intel, la storia avrebbe forse preso una direzione molto diversa, meno favorevole a Intel – che negli anni successivi divenne un titano – ma non necessariamente più favorevole a IBM.
Dal fallimento di RT/PC maturò infatti in IBM la decisione di sviluppare una partnership con Motorola per il design di CPU high end, che ebbe il suo primo esito in RS/6000, la successiva generazione di workstation, server e supercomputer di IBM. Un sistema basato sulla prima CPU della gloriosa serie POWER, “cugino” di ROMP, pilastro della storica leadership di IBM nella Top500 ma soprattutto perno dell’enorme influenza di cui IBM gode nel mercato enterprise (oltre che, da qualche anno, nel mondo delle console).