Il governo italiano non è l’unico che vuole regolamentare Internet

regole L’Italia, per voce del Presidente del Consiglio, vuole essere all’avanguardia, proponendo una regolamentazione della Rete al prossimo G8:

“per quanto riguarda internet manca una regolamentazione comune”

Un’idea che chiunque sappia un pò di come funziona Internet, ha accolto con reazioni che vanno dallo stupore al sarcasmo. Non senza qualche preoccupazione però, perché in gioco c’è anche la libertà di espressione e la neutralità della Rete.

Ancor di più ora che Andy Burnham, Segretario di Stato Britannico per il Dipartimento della Cultura Media e Sport, ha fatto dichiarazioni simili nel corso di una intervista al Telegraph.
La proposta sarebbe quella di attribuire ai contenuti dei siti internet una sorta di giudizio in relazione ai contenuti proposti, sulla falsa riga di quello che accade per i film cinematografici.

Basterebbe notare che, a differenza di quello che accade nel cinema i contenuti di un sito internet sono mutevoli,  ma a quanto pare questo non è successo.

Anche in Gran Bretagna, come in Italia, la bistrattata categoria dei giornalisti tecnologici, ha reagito, forse in maniera più aperta e diretta oltremanica, che nel Belpaese; Mike Butcher di TechChrunc UK dice senza mezzi termini:

With the economy collapsing, and the tech sector one of the few showing any signs of having some slim chance of weathering the storm, the last thing we need are government regulations slowing everything down.

Traduzione brutale: Con l’economia al collasso ed il settore tecnologico che sembra essere l’unico con qualche chance di sopportare la bufera, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono le regolamentazioni del governo che facciano da freno.
Come dargli torto?

[photo credit: *clairity*]

Markingegno

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