La notizia in sé è abbastanza secca: in una partita di hard-disk esterni Maxtor è stato trovato un virus. Cioè il virus c’era già quando veniva collegato la prima volta, il pezzo usciva di fabbrica “malato”.
I virus classici ormai li conosciamo bene, quelli per il cellulare si stanno diffondendo. Appaiono virus per Mac, a breve temo la prima infezione di massa di sistemi Linux. “Finché c’è codice c’è speranza” direbbero i creatori di programmi maligni, ma a questo punto le cose cambiano, e parecchio: se si iniziano a infettare anche i driver, le EPROM, le flash memory, allora si può infettare tutto: l’automobile, il forno a microonde, la radiosveglia. L’ultima chiavetta USB che mi sono comprato ha 4 Gb di spazio ma non è vuota: te la danno con dei software in dotazione. E se me la danno col virus? Insomma bisogna assolutamente che almeno i produttori di hardware siano in grado di garantire un po’ di fiducia, non è possibile accettare lo stillicidio di dispositivi che siamo disposti (o meglio, rassegnati) a ritenere infettabili. Quando domani il telefono fisso avrà un hard disk per mantenere sincronizzata la rubrica via WIFI con la rete di casa, i virus writer chiameranno i miei amici proponendo Viagra?