Montaggio video – 2: i sistemi non lineari

Video editingDopo aver parlato, la scorsa settimana, di editing lineare, oggi a Videodrome – ai confini del video, analizzeremo più approfonditamente i sistemi di montaggio non lineari.

Con il montaggio non lineare, a differenza di quello lineare dove si lavora direttamente sul supporto originale, il girato viene solitamente prima immagazzinato su un supporto digitale (esistono anche dei supporti analogici per questo tipo di montaggio) e poi rielaborato con software appositi.

Una vera rivoluzione sia nel mondo cinematografico professionale, sia in quello amatoriale.

L’imposizione temporale del montaggio lineare viene eliminata con il sistema non lineare, l’accesso ai dati infatti può avvenire in maniera casuale, è perciò possibile intervenire su qualsiasi punto del girato senza imposizioni di timeline.

La timeline è uno degli elementi fondamentali dei software di montaggio non lineare, è quella banda multipla sulla quale vengono inserite clip video, spezzoni audio, immagini, effetti, transizioni. La timeline è multitraccia, ogni traccia è indipendente ed ogni elemento inserito può essere posizionato ovunque e modificato in totale libertà.

Avid

Il processo di editing non lineare è relativamente semplice:

– Acquisizione: acquisizione del materiale, tutto il girato e altro materiale che si vuole inserire nel film finale viene “digitalizzato” e immagazzinato su Hard Disk. La qualità dell’originale non viene alterata e per questo le dimensioni dei file sono molto grandi. I dati possono ovviamente provenire anche da altre fonti e la “cattura” può avvenire sia tramite scheda analogica, sia via FireWire.
– Montaggio: il montaggio vero e proprio. Dopo aver scelto il software da utilizzare, il girato originale verrà tagliato, spostato, modificato, duplicato, sovrapposto e alla fine renderizzato sia dal punto di vista video che da quello audio. I programmi di video editing sono infatti multitraccia ed ogni traccia è indipendente.
– Rendering: il processo finale del video editing, codifica tutte le parti indipendenti presenti sulla timeline per trasformarle in una traccia unica (il film finale). La velocità dipende ovviamente dall’hardware, in alcuni casi è possibile renderizzare anche in tempo reale.

Come già accennato la scorsa volta, il primo editor non lineare della storia, è stato il CMX 600, introdotto nel 1971 dalla CMX System, CBS e Memorex. Una console con due monitor, quello di destra serviva per le operazioni di editing, quello di sinistra per vedere il film finale, tutto il sistema era controllato da un computer PDP-11. I filmati erano in bianco e nero. Per il funzionamento, guardate questo interessante video:

Successivamente, negli anni ottanta, vennero fatti molti esperimenti utilizzando videoregistratori in serie o i mitici laser disc. La Lucas Film ideò un sistema chiamato EditDroid che utilizzava una grande quantità di laser disc contenenti lo stesso girato, per poter così ricreare una sorta di accesso casuale per le operazioni di editing (stessa cosa per l’audio con il SoundDroid).

La distinzione di termini “lineare”, “non lineare” fu definita oer la prima volta nel 1991, nella guida di Michael Rubin al digital film e video editing. Precedentemente si utilizzavano varie definizioni non canonizzate per indicare l’editing non lineare.

Come sanno tutte le persone interessate al video in senso generale, Avid è stato, per molti anni, lo standard nel mondo dei programmi di video editing (e l’unico ad essere considerato professionale); attualmente la scelta è molto ampia, sia in termini di costi che di facilità d’uso, soprattutto dopo l’avvento del leggendario prodotto Apple: Final Cut Pro. Anche Premiere Pro della Adobe ha comunque fatto la sua parte nel “popolarizzare” il montaggio video digitale (uscito qualche anno prima di Final Cut).

Tra i più diffusi e relativamente “professionali” software, ricordiamo: Premiere Pro, Avid, Final Cut, Pinnacle Liquid, Sony Vegas. Non tutti in grado di supportare il formato HD (HDV).

Nel mondo “open source”, ricordiamo: Cinelerra e Avidemux. Non ovviamente paragonabili a quelli citati precedentemente, ma utili per montaggi amatoriali.

Ovviamente, se non utilizzate suite dotate di hardware in grado di lavorare con file di grandi dimensioni, tutti i software comprimono e decomprimono il materiale girato originariamente provocando inevitabilmente dei cali in termini di qualità sia audio che video (soprattutto con la popolare compressione DV).

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