Recentemente Ted McConnell, Interactive Marketing General Manager di Procter&Gamble, ha dichiarato di non essere più intenzionato ad acquistare pubblicità su Facebook e sui social networks in generale.
La sua affermazione è basata sulla constatazione che essere presente in un social network per una società deve significare dare qualcosa ai propri clienti, non limitarsi a mostrare loro banner.
Il celeberrimo “ClueTrain Manifesto” insegna infatti che i mercati di oggi sono conversazioni, che avvengono in gran parte proprio nei social networks dove ridurre la presenza di un brand a mero banner da commentare è decisamente vecchio stile, nonchè poco interessante dato che i tassi di conversione dei display ad nei social network sono molto più bassi rispetto ad altri siti.
La presenza in un social network nel quale la gente conversa deve quindi essere una presenza attiva, come afferma lo stesso McConnell “Le società che fanno pubblicità su Facebook vogliono essere viste come portatrici di nuove funzioni, che arricchisono l’esperienza dell’utente“.
Inoltre Facebook, il più grande social network generalista al mondo, può iniziare a monetizzare molte delle informazioni in suo possesso, come ad esempio i profili di consumo degli utenti. Dati che, aggregati in forma anonima, costituirebbero un modo nuovo di fare analisi di mercato.
Le affermazioni del manager di Procer&Gamble sono quindi insolite, per la prima volta una società bolla come “poco innovativo” un social network, quando di solito siamo soliti assistere a critiche provenienti dal web verso le grandi società.