Non ci si capisce più niente. Dopo il successo del primo EeePC di Asus , si sono buttati nella mischia molti importanti concorrenti, alla ricerca di una fetta di torta che nessuno avrebbe immaginato tanto grande.
Queste comode QWERTY, quasi a dimensioni di tasca, stanno crescendo in flessibilità e completezza, tanto da assomigliare sempre più a dei notebook . Gli estimatori dei netbook “purosangue” però possono stare tranquilli secondo me, perché sono convinto che, in una realtà sempre più incentrata intorno ai servizi e alle applicazioni web, sono destinati a diventare il vero centro nevralgico della nostra vita informatica.
È chiaro a questo punto che il netbook è ancora allo stato embrionale, soprattutto perché il suo sviluppo è legato all’evoluzione di realtà ancora immature, come il web appunto.
C’è una rivoluzione in corso, qualcosa di realmente nuovo che non permette alle aziende leader del settore di sfruttare i vantaggi acquisiti negli anni. E a voler scrivere i prossimi anni di storia sono in tanti.
Diamo il benvenuto nella mischia ad ARM e ai suoi processori, a Ubuntu e a Windows 7 .
ARM produce processori RISC ad alta efficienza energetica, le proprie architetture la fanno da padrona nella telefonia mobile e tra gli smartphone (CPU con architettura ARM li troviamo anche nel T-Mobile G1 e nell’iPhone, tanto per fare due nomi) e ha recentemente annunciato l’imminente ingresso nel settore dei netbook, sfidando frontalmente Intel.
Con Atom, CPU con architettura x86 destinata agli smartphone, Intel era inizialmente intenzionata a dare battaglia ad ARM, sfruttando la possibilità di avvicinare sensibilmente il mondo dei pc e dell’ultramobile, usando la propria architettura, come elemento di contatto tra due mondi che a tutt’oggi, ancora non si integrano al meglio tra loro. ARM grazie ad una presenza consolidata e a un’efficienza di funzionamento più elevata non sembra aver subito molto la pressione di Intel.
Poi sono arrivati, a sorpresa, i netbook a rimescolare le carte. Gli Atom sembrano aver trovato la loro dimensione ideale, rischiando anche di limare quote di mercato alla piattaforma Centrino, con grosso disappunto anche da parte della dirigenza di Intel stessa.
Ma in questa “terra di mezzo”, che si trova tra PC e ultramobile, in cui ancora i confini non sono stati disegnati, ARM vede possibilità di conquista e di espansione, spostando il duello tra le due architetture più vicino al mercato di riferimento di Intel. E se l’Atom stesso, è un problema per Centrino, perchè non potrebbero esserlo anche le soluzioni ARM?
Con una nuova architettura per la CPU, come detto di tipo RISC, è necessario però un sistema operativo appositamente sviluppato e compilato, e ARM ha trovato in Canonical il proprio partner di riferimento.
Ubuntu già ora può essere installato in un qualsiasi netbook, e, per chi non lo sapesse, Canonical ne sviluppa, già da diverso tempo, una versione con interfaccia ottimizzata per i dipositivi mobile, ma grazie a una partnership con un designer di CPU e quindi indirettamente con i produttori di netbook, Ubuntu si troverà in una posizione strategica, per il successo di questa nuova piattaforma.
Mentre negli EeePC l’utilizzo di Xandros, rappresenta soltanto una soluzione low cost per lo sviluppo di sistemi tutto sommato chiusi, Ubuntu si posizionerebbe a metà strada tra questo, e l’immensa versatilità data dal parco software di Windows XP, con la possibilità di essere accolto come il compromesso ideale tra le due soluzioni, a un costo inferiore rispetto al concorrente antagonista.
Microsoft nel frattempo non resta a guardare e cerca anch’essa di trovare una sua dimensione in questo settore. Asus, che ha spinto la compagnia di Redmond a prolungare la commercializzazione di Windows XP, ha già fatto sapere di non tenere affatto in considerazione l’utilizzo di Vista nell’EeePC, ma non nasconde affatto l’intenzione di adottare Windows 7 nelle future generazioni dei propri netbook. Engadget mostra già un EeePC 1000H con una pre-beta del futuro sistema operativo Microsoft e i 485 Mbyte di RAM allocata a sistema appena avviato, pur non essendo pochi, sono sicuramente incoraggianti rispetto a quanto ottenibile con Vista.
È naturale per Microsoft spingere perché i netbook diventino dei veri PC in miniatura. Da una parte, le immense risorse investite per lo sviluppo nei sistemi operativi odierni, sarebbero insostenibili se una grossa fetta di mercato si orientasse verso soluzioni ridotte ed economiche, riducendo le quote di mercato di sistemi più complessi e remunerativi. Dall’altra Microsoft, non è ancora pronta a ricoprire un ruolo principale in un futuro web centrico.
Apple nel frattempo non si mostra interessata alla questione, proponendo prodotti, che per funzionalità e trasportabilità ci girano intorno, ma non dentro, ma possiamo essere certi che non stia ignorando il fenomeno.
Anche Apple però, proprio come Microsoft, è abituata a vivere in una realtà che gira intorno a se stessa e rischierà di farsi male, se non troverà il modo di valorizzare l’esperienza “webcentrica”, senza che i punti di forza della Mela vengano minimizzati.
In un mondo web based multi-piattaforma infatti, il sistema operativo utilizzato e la sua interfaccia grafica, diventerebbero di importanza marginale, così chi punta su questi aspetto per il successo, si troverà in una situazione non facile.
Potremmo quindi dire che Microsoft e Apple costituiscono un fronte comune, se si parla di netbook, aggiungiamoci poi il ritorno di un’architettura RISC e Linux in un ruolo strategico, come mai prima nel mondo consumer. Otteniamo gli ingredienti per quello che potrebbe essere un momento cruciale dell’evoluzione informatica.