Spero vivamente che qualcuno di voi conosca Red, la casa di produzione di fotocamere e videocamere professionali che da qualche tempo faceva parlare di sé quasi soltanto per le dichiarazioni tipo “vi faremo vedere noi!”, “ne vederemo delle belle” e “no comment” ad ogni presentazione di novità da parte di Nikon e Canon.
Già con l’introduzione della Nikon D90 e della possibilità di fare video la gente ha iniziato a domandarsi se non stesse per arrivare l’era del dispositivo “all-in-one” per le immagini, con l’introduzione della EOS 5D Mark II e i filmati in full HD le cose si sono fatte interessanti, ma ecco che Red mantiene le promesse e annuncia un nuovo dispositivo “definitivo”. Anzi, due. Anzi, 2.251.799.813.685.248 (cioè quasi due milioni duecentocinquantunomila e ottocento miliardi):
Le fotocamere Scarlet e Epic (anche se chiamarle “fotocamere” è ormai riduttivo) saranno interamente modulari, sia in fase di acquisto e assemblaggio, sia in termini di upgrade. Si potranno montare ottiche Canon e Nikon tramite adattatori e sarà possibile scegliere separatamente ogni singolo pezzo del sistema, in modo da ottenere una macchina che abbia al contempo il giusto prezzo e le giuste caratteristiche per quel che si dovrà fare. Si potrà partire da un sensore 10×5 millimetri per arrivare a un full frame da 35 millimetri per poi eventualmente spaziare fino a un 56×42 oppure al top di gamma 186×56 millimetri, da appunto 261 Megapixel.
Questo sensore-mostro (“Monstro” è anche il nome commerciale della serie) sarà in grado di catturare immagini a 28000 per 9334 pixel, fino a un massimo di 25 frame al secondo e sarà dedicato a una utenza cinematrografica più che professionale, dato il costo di 55000 dollari.
Il resto dell’attrezzatura invece potrebbe anche avere costi abbordabili ad una utenza di fascia meno industriale, possibilmente sottraendo attenzione dalle già citate nuove nate in terra giapponese. La grande novità che vedo è la possibilità di assemblare: anche senza prendere per buona la cifra sparata da Engadget, le possibilità sono veramente molte e non si limitano a quale obiettivo montare. Da parte di Red c’è una scelta che reputo coraggiosa, perché immagino già che le combinazioni possibili e gli usi non ortodossi che le persone faranno dell’attrezzatura potreranno a scoprire glitch e problemi imprevisti, di cui dovrà farsi carico per forza di cose Red. E’ un discorso differente dal classico “ti vendo la fotocamera, ti aggiorno il firmare e alla peggio te la ritiro e cambio con un’altra” cui siamo abituati. E’ un po’ come se si introducesse una specie di “conversazione dal basso” anche in questo settore.
Prendendo per buono il paragone con il web 2.0, è come se Red dicesse “ecco il materiale, del buon materiale. Ora fate i mashup che preferite e divertitevi”.