Da sempre, aula scolastica significa lavagna. Le due parole procedono sempre insieme, mano nella mano… Ovunque, la buona vecchia lavagna rappresenta lo strumento didattico più efficace e diretto; fondamentale per ogni insegnante e per ogni alunno.
Può essere di vari colori. Le più popolari sono quella nera: quella classica che richiede l’uso del polveroso gesso; e quella bianca: più moderna, che richiede invece l’utilizzo di pennarelli colorati (non indelebili!).
Ancora resto dubbioso sull’utilità e, soprattutto sulla necessità del progetto della signora Gelmini riguardo a 10.000 lavagne touch interattive multimediali (Lim). Lavagne (neanche troppo moderne) da fornire alle scuole complete di videoproiettore e casse acustiche, insieme ad un pc portatile e, ovviamente, ad un corso di formazione che dovrebbe, dicono, formare i docenti all’uso di questo strumento. Ho trovato online il video, su argomento “lavagna”, che trovate alla fine di questo post.
Senza voler immaginare quale sarà il primo videogioco caricato sulle nuove lavagne gelminiane dalle menti diaboliche degli studenti, il video qui sotto mostra come sia possible giocare ad un videogioco anche su una normale lavagna bianca (quella con i pennarelli per intenderci).
La Eness, una azienda di Melbourne, Australia, specializzata in “interactive experiences”, ha creato un sistema che rende possibile giocare al buon vecchio Pong anche su una comunissima lavagna “analogica”.
“Il computer vede e riconosce le forme nere sulla lavagna bianca e la pallina virtuale si comporta di conseguenza” dichiarano dall’Australia.
Non vengono purtroppo rilasciati ulteriori dettagli sul progetto, a voi giudicare il video…