Pubblichiamo un guest post di George Clarkson
Sempre più spesso le aziende produttrici di PC e componentistica offrono soluzioni proprietarie di raffreddamento alternativo al tradizionale sistema composto da ventole. Ovviamente nella maggior parte delle volte, la soluzione alternativa comprende un sistema più o meno complesso di raffreddamento a liquido, che può essere del tipo stand-alone (come alcune schede video della Sapphire con raffreddamento a liquido preinstallato, con tanto di radiatore) e quindi non modificabile, oppure del tipo “aperto” e che quindi si presta ad upgrade futuri, con un minimo di investimento in tempo e denaro.
Non volendo commentare sui prezzi offerti ed i costi di assemblaggio (e la loro differenza, a volte decisamente marcata), mi piacerebbe far riflettere invece sull’accostamento che viene pubblicizzato nel 99% delle volte: raffreddamento a liquido = overclock più spinto. E’ solo questo che si ottiene quando si adotta il raffreddamento a liquido, o c’è qualcos’altro?
Fermo restando il fatto che mescolare acqua e elettricità, se fatto in maniera sconsiderata, può risultare decisamente pericoloso, il connubio è effettivamente piuttosto efficace in termini di raffreddamento, quando si cercano le prestazioni migliori in ambito overclock.
Ovviamente, si ottiene di più con LN2, ghiaccio secco, phase change cooling, e quant’altro, ma il raffreddamento a liquido, per quelli che non si possono permettere le alternative più estreme, rappresenta un mezzo piuttosto efficace e a basso costo per spingere un po’ di più le specifiche del nostro sistema, con minimo sforzo. Ma non ci sono solo le prestazioni nel paniere del liquid cooling.
Infatti, alcuni effetti secondari, oltre a quello prestazionale e perché no scenografico, poche volte portati agli onori della cronaca sono l’abbassamento della rumorosità del sistema (visto che non sono più necessarie tutte quelle ventole che lo rendevano rumoroso come un aeroporto…) ed il consumo di energia ridotto.
Quest’ultimo aspetto, decisamente sottovalutato, è estremamente importante invece in quegli ambiti in cui ci sono molte workstation che lavorano a pieno ritmo e che solitamente dispongono di ventole decisametne potenti e quindi decisamente avide di energia.
Prendiamo per esempio una workstation grafica X, con la seguente installazione di ventole: 2 ventole da 120mm da 14W / 1,16A (una di sistema, l’altra dedicata alla RAM di tipo FB), 1 ventola da 200mm da 21,6W / 1,8A (per il dissipatore CPU), 1 ventola da 80mm da 4,80W / 0,4A (per l’HD). Se facciamo il calcolo di quanti WATT consumano tutte le ventole del sistema, otteniamo circa 55W consumati.
Un sistema di raffreddamento a liquido, con le stesse, o migliori, prestazioni di raffreddamento, potrebbe essere al contrario composto con il seguente materiale: 2 ventole da 5W / 0,41A (una per il radiatore ed una per la RAM FB, che – ancora – necessita di raffreddamento attivo) e 1 pompa per il liquido da 10W / 0,83A.
Va da se che stiamo raffreddando a liquido sia il processore che la scheda video, che l’HD. Il risparmio ottenuto è di circa 35W/h, che presi singolarmente possono essere pochi, ma se si pensa ad una azienda in cui vi sono per esempio 10 workstation grafiche con identica configurazione, al lavoro per le classiche 8 ore lavorative quotidiane, abbiamo un risparmio complessivo di 2800W/h.
Facendo un rapido calcolo, abbiamo un risparmio di 14000W/h settimanali (5 giorni lavorativi), 56000W/h mensili (4 settimane lavorative complessive), ed infine 560000W/h risparmiati all’anno (10 mesi lavorativi pieni). Il tutto solo riducendo il numero di ventole, rimpiazzandole con altre a basso consumo e bassa rumorosità (il che migliora l’ambiente lavorativo), ed adottando un sistema di raffreddamento a liquido che oltre ad avere questi effetti collaterali, raffredda meglio i componenti caldi del pc e li rende quindi più stabili, allungandone virtualmente la vita operativa. (I dati sono riferiti ad una workstation grafica DELL PRECISION 690).
Ovviamente questi dati sono solo indicativi, ma significativi del fatto che con un minimo di ottimizzazione si riuscirebbe a risparmiare parecchio sulla bolletta della luce a fine anno.