E’ banale a dirsi ma l’Italia è permeata da una vocazione per l’arte a tutto tondo.
Il nostro passato e le bellezze che tutto il mondo ci invidia ne sono la riprova.
Il lato oscuro della medaglia, accuito da una mentalità avversa al cambiamento, è che tutto questo ensemble culturale, frutto di più di due millenni di storia “movimentata”, mal si concilia con un mondo che sta rapidamente cambiando anche grazie all’avvento dei nuovi media.
Non è un caso se in svariate classifiche, l’Italia si trova dietro a Paesi come Cipro o Grecia, non esattamente lo stato dell’arte o nazioni-guida in ambito tecnologico.
Come risolvere questo gap? Ricette miracolose credo non le possieda nessuno (in caso contrario noi tutti apprezzeremmo si facesse avanti il prode in questione), tantomeno il sottoscritto.
Sono però altrettanto convinto che uno dei modi migliori per portarci al passo di chi ci sta davanti sia creare consapevolezza delle possibilità offerte dalla tecnologia odierna insegnando soprattutto come sia possibile una convivenza tra il nuovo che avanza e l’antico che pervade positivamente il suolo italiano.
Quale modo migliore quindi se non una manifestazione pubblica, magari gratuita, che faccia incontrare e metta in comunicazione il mondo umanistico con quello scientifico?
Il Festival della Creatività, tenutosi dal 23 al 26 ottobre a Firenze mira proprio a questo: promuovere iniziative e tecnologie cercando di allargare a ventaglio il target potenziale di fruitori.
E quasi 400mila visitatori per un evento giunto solamente alla terza edizione sono la dimostrazione che le tante energie profuse stanno andando nella direzione giusta.
L’offerta è riuscita a soddisfare un pubblico che parte dai piccolissimi, con stand ad hoc messi in piedi dalle stesse scuole di infanzia, attraversando tutte le fasi di crescita di una persona, con giochi e postazioni messe liberamente a disposizione, zone ricreative e dedicate ad esempio all’interazione con le macchine (nella sala denominata proprio Macchina).
L’interesse si è dimostrato vivo anche da parte delle Istituzioni, disponibili a lasciarsi coinvolgere e sponsorizzare l’evento stesso, in primis dalla Regione Toscana ma anche con l’importante patrocinio dell’UE e dell’Unicef per citare un paio di nomi.
Quali sono stati quindi in concreto gli appuntamenti di questo festival?
Sembra una frase scontata ma il numero è davvero troppo grande per farne un elenco accurato senza colpevolmente dimenticarne qualcuno e vi rimando al programma stesso, per far sì che possiate apprezzare e toccare con mano la quantità e varietà di appuntamenti.
Quel che mi ha colpito è stato il riuscire a integrare perfettamente campi come la Robotica insieme alla Gastronomia, il Design con la Letteratura, i problemi di accessibilità alle manifestazioni culturali con la Realtà Virtuale, che ben poco avrebbero in comune.
Un personale plauso va all’iniziativa Caffé Filosofico, ciclo di incontri che ha avuto come obiettivo la trattazione di temi filosofico-speculativi solitamente snobbati dal grande pubblico (perché oggettivamente complessi e magari non sempre così interessanti) rendendoli piacevoli attraverso l’uso di un linguaggio comprensibile e strumenti divertenti come il cartone animato; tra questi, Alice nel mondo dei quanti e altre meraviglie è risultato a mio avviso uno dei più affascinanti.
Poteva forse mancare la musica in questo contesto?
Ovviamente no e dalle note psichedelico-ipnotiche di artisti del calibro di Tricky e Massive Attack si è passati alle armonie senza tempo di Schubert e musica tribal-popolare brasiliana (Paese ospite del 2008). Insomma ce n’era davvero per tutti i gusti.
Davvero apprezzabile infine è stata la parte organizzativa e pubblicitaria (con l’utilizzo finalmente di strumenti innovativi e “Web 2.0” quali Facebook), a cominciare dal sito ufficiale, dalla grafica accattivante senza che l’usabilità sia sacrificata in favore del piacere estetico.
Gli info-point, il contributo prezioso dei volontari ed il sistema di navette messo a disposizione dal Comune hanno senz’altro contribuito a dare l’immagine (e la sostanza) di un evento ben coordinato anche nei dettagli logistici.
Ci auspichiamo quindi che il Festival della Creatività continui nella sua missione e possa diventare un punto di inizio, come spunto per altre occasioni e manifestazioni di aggregazione in cui coinvolgere il pubblico e affascinarlo promuovendo scienza ed arte allo stesso tempo.