Anche quesat settimana per Videodrome – ai confini del video, parleremo di cinema 3D.
Il prossimo anno, secondo gli addetti ai lavori e visto il trend generale, sarà l’anno della consacrazione 3D.
Il numero di sale dotate della nuova tecnologia tridimensionale sta crescendo vertiginosamente e come sempre, come è anche accaduto per i DVD, c’è ancora molta indecisione riguardo a quale tecnologia utilizzare.
Gli annunci della futura distribuzione di film in formato tridimensionale si stanno moltiplicando (partendo molto probabilmente da Monsters vs Alien) e i cinema, compresi quelli nostrani, si stanno preparando convertendosi al nuovo e rivoluzionario formato; la situazione è però confusa e le tecnologie presenti sul mercato sono diverse sia da un punto di vista di attrezzatura, sia di immagine finale.
In Italia come sappiamo ci sono più o meno una quindicina di sale in grado di proiettare in 3D, gli esercenti però si stanno attrezzando perché, come detto la scorsa settimana, i segnali provenienti dal pubblico sono più che positivi, soprattutto tra i più giovani. Non essendoci uno standard tecnologico unico molte catene di multiplex hanno addirittura, come i CineCity, adottato più di una tecnologia all’interno delle proprie strutture.
Come dichiara Gianantonio Furlan titolare della catena Cinecity a La Repubblica: “Abbiamo montato sia proiettori XpanD, che richiedono occhiali interattivi con lo schermo, che Dolby 3D, per il quale si usano gli occhialetti classici” inoltre, “La differenza è che nel primo caso l’effetto tridimensionale avviene proprio grazie all’occhiale e quindi davanti agli occhi, nel secondo invece avviene a livello di proiettore e l’occhiale filtra solamente l’immagine. Ma, nonostante ci sembri migliore il primo sistema, stiamo sperimentando anche il secondo poiché gli occhiali interattivi hanno un costo di manutenzione molto elevato”. Il tutto, ovviamente, senza dimenticare il Real D, citato più volte nel post della scorsa settimana, precursore del genere ed utilizzato in Italia solo da popolari Uci Cinemas.
Il problema quindi per l’esercente, se di problema si può parlare, è decidere fin dall’inizio con quale tecnologia equipaggiare le proprie sale.
Il Dolby 3D, usa un disco delle dimensioni di un CD posizionato tra la lampada e il proiettore digitale. La ruota fa sei giri completi per ogni frame del film creando una sorta di “sfarfallio” delle immagine che vengono, simultaneamente, sincronizzate dall’utente stesso tramite degli occhialini dotati di shutter digitale LCD incorporato. Occhiali tecnologicamente innovativi ma costosi da produrre.
Il Real D utilizza invece un filtro elettronico chiamato Z-screen. Il Real D usa un solo proiettore che alternativamente proetta il frame “dell’occhio destro” e il frame “dell’occhio sinistro” e li polarizza circolarmente attraverso il filtro: uno schermo a cristalli liquidi disposto davanti alla lente del proiettore. Il numero di frame proiettati è di 72 per occhio e per la visione vengono utilizzati occhialini economici con lenti polarizzate.
Dolby 3D:
Altre tecnologie sono l’XpanD e, da poco tempo, la Masterimage, azienda coreana che sta fortemente cercando di inserirsi nel mercato 3D.
In termini di prezzi e costi, le principali differenza tra Dolby 3D e Real D stanno in due componenti fondamentali del 3D, componenti che sono, per ovvi motivi, lo schermo e gli occhiali per il pubblico:
- Occhiali. Il real D usa, come già detto, occhiali economici con lenti polarizzate. Molti più cari e tecnologici invece quelli adottati dal sistema Dolby.
- Schermo. Il Real richiede l’installazione di uno speciale silver screen altamente riflettente (può essere utilizzato pero’ anche per i film 2D). Il Dolby utilizza i convenzionali schermi bianchi.
In termini di qualità, secondo esperti del settore e pubblico pagante, sembra che non ci sia una differenza visibile tra i vari formati. L’effetto di profondità 3D viene ben riprodotto sia da Real, sia da Dolby. Sembra però che in futuro le cose cambieranno e forse si arriverà ad avere un formato unificato. A voi dare un giudizio…