Alcune informazioni sul cinema 3D

Cinema 3DOggi, all’interno della rubrica Videodrome – ai confini del video, parleremo di cinema 3D e di alcuni suoi aspetti tecnici e distributivi.

La visione stereo è causata dal fatto che ciascuno dei nostri occhi vede il mondo da un punti di vista diverso, il nostro cervello elabora queste due sequenze di immagini e le fonde insieme per dare profondità a ciò che vediamo. Il cinema 3D funziona più o meno allo stesso modo, due macchine da presa messe una di fianco all’altra riprendono, come due occhi indipendenti, la stessa sequenza, la stessa scena ma da un punto di vista leggermente diverso, sfalsato di pochi centimetri.

Al cinema, questi due segnali digitali vengono proiettati in sincrono attraverso un proiettore (o due) digitale D-cinema e l’effetto finale sullo spettatore è proprio quello della profondità ricreato atraverso la visione di immagini stereoscopiche.

3D camera

Nel 2005 vediamo Chiken Little, più tardi (ma recentissimi) La leggenda di Beowulf, Monster House e I Robinson, una famiglia spaziale e ancora: gli U2 e l’asiatico Thru the Moebius Strip film interamente prodotto in Cina, nazione che per ovvi motivi non vuole rimanere esclusa da questo business che si prospetta di dimensioni colossali.

Tecnologia quella 3D che si è sviluppata inizialmente attraverso l’operato di due grandi aziende che hanno sede, entrambe, in California: la Real D “diciamo rivale” dell’iMax e 3ality. Per farci un’idea della portata del fenomeno, prendiamo come esempio il mercato americano: quando Chicken Little fu fatto uscire in 3D qualche tempo fa, c’erano solamente 100 sale in tutti gli Stati Uniti in grado di proiettarlo al pubblico pagante.

Con l’uscita di I Robinson, una famiglia spaziale il numero è cresciuto a 720 schermi e si è oramai largamente superato il numero di mille. Il fenomeno è mondiale, gli spettatori di tutto il mondo sono pronti ed interessati alla fruizione di questo “nuovo” formato. Attualmente, come sappiamo, alcuni film vengono fatti uscire sia in 2D, sia in 3D ma sembra, dai dati di botteghino, che il pubblico sia più attirato dal 3D (e sia disposto a pagare di più) cosa abbastanza ovvia perché è sempre la novità “a tirare” di più.

Però, una volta provata l’esperienza tridimensionale, noi, audience, saremo in grado di ritornare al probabilmente obsoleto 2D?

Il CEO della 3ality, esperta in produzione di pellicole stereoscopiche, Steve Schklair dichiara che è stata la sua compagnia a creato un dispositivo 3D “per allineare perfettamente immagini prese da due camere digitali separate e posizionate una a fianco dell’altra come occhio sinistro ed occhio destro e usate per girare film in 3D”.

Dispositivo, quello della 3ality, che risolve il problema della profondità, infatti fino a qualche anno fa il 3D di “prima generazione” risultava molto fastidioso agli occhi e dopo un periodo relativamente breve, decisamente più breve della lunghezza canonica di un film (ricordo ancora le proiezioni di 30 min che ti stonavano completamente) la cosa risultava alquanto insopportabile.

La profondità di ogni sequenza era infatti diversa e questo metteva sotto stress l’occhio dello spettatore, con la tecnologia 3ality invece la profondità viene fatta “transitare” da una sequenza ad un’altra senza disturbare l’esperienza filmica.

I proiettori digitali destinati a questo formato proiettano le immagini a 144 fotogrammi al secondo, non male se pensiamo ai 24 del cinema tradizionale, su uno schermo dedicato, gli spettatori devono ancora portare i famosi occhialini che non sono più rossi e blu come qualche annetto fa, ma con la tecnologia RealD sono fatti con lenti polarizzate nere.

Inoltre per ridurre ulteriormente l’affaticamento degli occhi, nuove tecnologie applicate agli occhiali hanno portato alla produzione dei nuoi famosi “occhiali attivi” che, provvisti di una sorta di otturatore LCD, si sincronizzano con il proiettore migliorando la visione rispetto alle lenti polarizzate e silver-screen.

Sempre secondo Schklair fare un film in 3D aumenterebbe i budget di produzione di un 5-20%, rispetto alla cifra necessaria per un film tradizionale, inoltre per l’esercente di sala cinematografica in un cinema dotato di proiettore D-cinema il passaggio 2D/3D è veloce, non traumatico ed economico permettendo così ancora una certa ecletticità dei formati.

Da non dimenticare comunque che la visione 3D si compone non solo di schermo ed occhialini dedicati ma anche di particolari effetti “in poltrona”, vedere un 3D seduti su poltrone 2D diminuisce la sensazione di coinvolgimento.

Occhiali attivi con otturatore LCD:

LCDGlasses

Nightmare Before Christmas, è stato di recente riadattato per la visione 3D. Disney, Dreamworks, Pixar, …si sono messi al lavoro a pieno ritmo. James Cameron, che realizzerà in 3D il prossimo Battle Angel, in uscita il prossimo anno, Steven Spielberg e Peter Jackson, con il fumetto Tin Tin, e George Lucas che, secondo alcuni rumors, uscirà con una versione 3D di Star Wars.

L’esperienza sicuramente cambierà, il coinvolgimento è quasi totale in un processo di diegesi che ci catapulta direttamente nello spazio del testo filmico.

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