I grandi delusi dell’evento Macbook di martedì scorso sono tutti coloro che si aspettavano la presentazione di un netbook targato Apple, tutti coloro che ritengono ormai il mercato abbastanza maturo affinché anche la mela invada i negozi con un portatile low-cost e dimensioni contenute.
Ecco, secondo me i punti sono proprio questi: dimensioni, costo e negozi. C’è infatti chi dice che la strategia di Jobs sarà leggermente differente da quella adottata fino ad ora per i portatili. Affrontiamo le questioni una alla volta:
dimensioni: indubbiamente Apple ci ha abituato a soluzioni tecniche e di design innovative, applicate ai suoi prodotti; senza menzionare l’Iphone e la rivoluzione che ha portato nel settore dei telefonini, citerò il Macbook air e la sue caratteristiche di sottigliezza e peso. Ovviamente non può piacere a tutti (anzi!) ma la presentazione con Jobs che lo infila in una busta postale ha impressionato un po’ tutti.
Citerò anche l’ipod shuffle, talmente piccolo che molte persone lo smarriscono perché non si accorgono di non averlo più in tasca, ma altro pezzo dal peso interessante. La fantasia e la capacità quindi a Cupertino non mancano, quando si parla di dimensioni, e nessuno mette in dubbio che un notebook da 9 pollici sia alla portata di Apple, semmai la vera incognita è la domanda che un po’ frega l’azienda, cioè come ci stupirà questa volta?
Perché se è vero che fare un netbook è cosa banale, il fatto che Apple ancora non lo abbia fatto lascia montare le aspettative (vedi concept/rumor di portatile con due schermi in foto) e tradire le aspettative non è mai una grande idea, specie per chi punta così tanto sulla soddisfazione dei fan.
costo: dopo la presentazione di martedì il costo del “vecchio” MacBook è sceso a 999$, ma si tratta pur sempre di un modello a 13 pollici. Per essere considerato un netbook dovremmo avere una diagonale di 10 pollici o inferiore, anche se chi segue il settore sa bene che non ci sono limiti ben definiti e la giungla di prezzi e dimensioni ha portato parecchia confusione tra produttori e utenti.
Diciamo che il target può essere un fantomatico Inetbook da 10″, a quanto è ipotizzabile che possa essere venduto? 600 dollari o di più? è applicabile una economia di scala con altri componenti che fanno già parte di altri prodotti Apple, penso ad esempio alla grande esperienza con le memorie flash degli Ipod?
il fattore costo non è assolutamente secondario, in primo luogo perché determina il margine di guadagno della casa della mela, in secondo luogo perché determina il potere di penetrazione dell’oggetto nel mercato, esclusi naturalmente gli irriducibili pronti a qualsiasi cosa per averlo. Ed ecco che il rumor di Lisa Thompson, ripreso da Tech Trader Daily, assume di colpo un senso e ci riporta al punto tre.
negozi: perché non ripetere l’esperienza vincente del modello di business degli Iphone anche per i netbook? in fondo i netbook sono fatti principalmente per collegarsi alla rete quando si è in giro, hanno la loro principale funzione nel mobile.
Dotare il netbook di un modem 3G e venderlo abbinato ad una SIM di un operatore telefonico, anzi magari direttamente con la SIM bloccata nello chassis e venduto e attivato direttamente in negozio (come l’Iphone), potrebbe permettere ad Apple di entrare in questo business, compensando il minor guadagno (o l’inesistente guadagno) sull’hardware con una percentuale di introiti del traffico dati dell’operatore.
D’altronde Dell, Acer e Asus in Europa vendono già i loro netbook attraverso gli operatori telefonici (ma non guadagnano dal traffico degli utenti), e la strada quindi è già aperta.
Paradossalmente Apple potrebbe giovare, una volta tanto, di una idea avuta dalla concorrenza, e potrebbe introdurre un prodotto in una fascia di mercato che normalmente non ritengo avrebbe potuto essere appetibile per il target cui si rivolge Jobs. Alternativamente come vedreste un Ipod touch da 7 pollici dotato di connessione 3G?