Quando si parla di Delphi a uno che è cresciuto a pane, Nutella (la “droga” prediletta dai programmatori) e Turbo Pascal di sicuro gli si illuminano gli occhi. Già, perché Delphi rappresenta la summa, il non plus ultra per il fanatico pascaliano “duro e puro” che non ha voluto cedere alla tentazione del male: passare a C & derivati.
Borland (che ha poi creato CodeGear per il solo sviluppo degli IDE, di recente venduta a Embarcadero), si sa, ha abituato male i suoi fan: quasi ogni anno ha rilasciato una nuova versione dei suoi prodotti, Delphi in primis che rappresenta la sua punta di diamante. Così anche per quest’anno l’attesa s’è fatta spasmodica, fino all’annuncio di qualche giorno fa con la presentazione di Delphi 2009.
Scorrendo l’elenco delle nuove funzionalità saltano immediatamente all’occhio delle caratteristiche che si aspettavano da tempo: i generic, i metodi anonimi e il supporto allo Unicode.
C’è, però, una grande assenza: la possibilità di generare applicazioni a 64 bit. Se ne parlava da un bel pezzo ed era originariamente prevista proprio per questa versione del compilatore, ma a quanto pare è stata spostata nella successiva release, come traspare dall’ultima roadmap.
Ancora una volta bisognerà aspettare, quando la concorrenza già da qualche anno permette di realizzare programmi a 64 bit (che risultano mediamente del 15-20% più veloci e permettono di superare la barriera dei 4GB di memoria), e perfino pezzi da 90 come Adobe hanno annunciato per quest’anno le prime versioni x64 dei loro gioielli.
Sembra di tornare indietro nel tempo, quando il Turbo Pascal si cullava della fama acquisita rimanendo ancorato ai 16 bit, mentre altri compilatori (per C e C++ in particolare) consentivano di sfruttare le meraviglie dei 32 bit, prima per DOS e poi per Windows…
Non v’è dubbio che le risorse a disposizione di CodeGear siano limitate, ma c’è il rischio, continuando con queste “strategie”, di veder ancora passare utenti affezionati ad altri prodotti.
Anche perché il “mercato” degli IDE è piuttosto prospero e offre ormai diverse alternative valide, anche gratuite: Eclipse, NetBeans, ma soprattutto Visual Studio Express diventano sempre più comodi e interessanti.
Invece di spingere su questo fronte CodeGears rimane immobile, non avendo annunciato altre versioni gratuite dei suoi tool “Turbo“, fermi alle edizioni del 2006, e per giunta con pesanti limitazioni (la più importante è sicuramente quella di non poter utilizzare pacchetti con componenti esterni).
CodeGear deve, insomma, tornare ai fasti di un tempo: quando era Borland a innovare, e gli altri a rincorrere…