C’era una volta in netbook: pochissimi soldi, poca potenza, ma dopotutto sufficiente per fare ciò che la maggior parte di noi fa col computer per il 90% del tempo (sì, compreso youporn). Da esperimento in cerca di utenti si trasforma rapidamente in un colossale hit, in un mercato altrimenti piuttosto stagnante.
La voglia dei produttori di accaparrarsi una fetta del “miracolo” produce abomini: una segmentazione spesso inintellegibile, un generale innalzamento delle specifiche tecniche, e soprattutto un aumento dei prezzi che tradisce l’originale ispirazione del segmento.
Il massimo lo raggiungiamo oggi, con un prodotto della Asus, l’N10 da $ 850 (leggasi ottocentocinquanta dollari), munito di Atom, grafica discreta Nvidia 9300M, 2Gb di RAM, 802.11n, HD da 320Gb, slot express card e perfino masterizzatore DVD esterno. Alla risoluzione di 1280×600 tiene anche l’FSAA a 2x!
Torniamo alla storia per capire il presente e cercare di indovinare il futuro di questo turbolento segmento.
Il fenomeno netbook si espande rapidamente ed è difficile da governare, ma ci sono due soggetti che siedono a guardia delle sue specifiche e hanno un ottimo motivo per farlo: una è Microsoft, la quale vende “eccezionalmente” licenze Windows XP, a patto che, sostanzialmente, i prodotti cui l’OS è destinato non minaccino – in termini di feature e potenza – il già flaccido mercato di Vista.
L’altra è Intel, che detiene l’85% del mercato notebook e in nessun caso è disposta a vederlo compromesso da oggetti che potrebbero far capire all’utenza che non è necessariamente di un dual core a 3Ghz con 4Gb di RAM che hanno bisogno per l’uso quotidiano. Atom è moscio “by design” e Otellini non perde occasione per definirlo un gingillo senza valore.
I produttori invece cercano di cavalcare l’onda netbook, forzando da tutti i lati i vincoli di Intel e Microsoft, posti a tutela dei segmenti contigui, leggasi notebook entry level.
Tutto ciò premesso, cosa ci aspetta? Personalmente non mi accorgerò nemmeno della scomparsa di quel segmento di notebook da 15.4″ popolato da soluzioni con grafica integrata e CPU di due generazioni fa, ma mi rendo conto che è quello che ancora macina i migliori numeri. Tuttavia, proprio a danno di questo segmento si allargherà il mercato dei netbook.
La barriera erta fra netbook e notebooks – limitazioni al comparto CPU e alla dimensione dello schermo innanzitutto – sparirà solo quando quando i netbooks avranno raggiunto un punto di prezzo sufficientemente elevato da garantire a tutti la stessa fetta di torta oggi garantita da prodotti maturi come gli entry level da 15 pollici.
E se con l’aumento delle specifiche dei netbook, ci entrerà su anche Vista, di certo a Microsoft non dispiacerà. Chiamarli netbook diventerà allora riduttivo, e si inizierà a parlare di “netbook 2.0”, con prezzi di partenza, ahimè, anche loro 2.0.