Molti lettori di Appunti Digitali sicuramente già conosceranno Creative Commons , ma mi piace ricordarne il funzionamento e far notare l’utilità che la diffusione di questa licenza potrebbe portare.
Anziché tutelare i propri lavori col tradizionale Copyright, che per ben 70 anni dopo la morte dell’autore continua a blindare le sue creazioni, è da tempo possibile scegliere di diffondere il proprio lavoro con licenze più permissive, che favoriscono la diffusione della cultura, senza per questo far perdere del tutto il controllo dell’opera al suo creatore.
Il Copyright tradizionale è oggi sempre più inadeguato perchè vincola l’opera della creatività dell’autore per molti anni, persino dopo la sua morte facendo lucrare i parenti che, quasi sempre, nulla hanno a che fare con quella creatività.
Creative Commons è invece un sistema di licenze che permette di scegliere quali permessi dare e quali negare, relativamente alla propria opera che può quindi essere:
- Attribution
- Attribution-Noncommercial
- Attribution-Noncommercial-No Derivative Works
- Attribution-Noncommercial-Share Alike
- Attribution-No Derivative Works
- Attribution-Share Alike
Ogni licenza è prodotta in tre diversi linguaggi:
- Umano per le persone comuni, comprensibile a tutti anche grazie all’aiuto di segni grafici
- Legalese per gli avvocati, peraltro disponibile localizzato in moltissime giurisdizioni per essere sicuri di avere una tutela nel caso si andasse di fronte ad un giudice
- Macchina per far comprendere a computer, siti web e servizi che un dato contenuto è disponibile con licenza CC. Ne è un esempio il servizio di Flickr che consente di ricercare solo tra le foto che hanno una data licenza.
Insomma, se producete contenuto vi consiglio vivamente di prendere in considerazione l’idea di renderlo disponibile con una licenza che favorisca la diffusione del sapere. Non c’è a mio avviso molto altro di più bello del sapere che una propria idea ne ha accesa un’altra, magari dall’altra parte del mondo.