L’onorevole su Facebook

montecitorioNegli Stati Uniti la campagna elettorale che si svolge su Internet avrà un peso rilevante sull’esito delle elezioni presidenziali, secondo alcuni sondaggi potrebbe essere addirittura decisiva, nel caso di un arrivo testa a testa, al fotofinish.

In Italia Internet è ancora una nicchia per smanettoni, la presenza dei nostri politici online è ancora scarsa, spesso embrionale, e solo in qualche raro caso, seriamente convinta dell’utilità del mezzo. Qualcuno però ci prova, così pochi giorni fa ho ricevuto una richiesta di amicizia tramite Facebook da un Onorevole che, confesso, non avevo mai sentito nominare. Ho accettato la sua richiesta ed ho risposto con questo messaggio scritto cosi’, di getto.

 Onorevole, la ringrazio per avermi aggiunto, anche se presumo lei non sappia neppure a che orientamento politico io appartenga. Forse non sa neppure di avermi aggiunto, perché qualcuno lo avrà fatto per lei.

Poco importa, quello che conta è che lei abbia deciso di utilizzare questo strumento non per scimmiottare quello che avviene oltreoceano, ma per un serio intento di dialogo, per quello che e’ possibile, con i propri elettori. [Dialogo = scambio a due vie = parlare ma *soprattutto* ascoltare].

Alla mia speranza si unisce un sincero augurio di buon lavoro.
Donato

Questo succedeva in tarda serata; l’indomani mattina ho ricevuto la risposta dell’Onorevole, che o mi ha risposto in tarda serata, o ha uno staff che lavora anche di sabato sera. Io propendo per la prima ipotesi.

Caro Donato, grazie per aver accettato la mia richiesta di amicizia. Condivido anche io l’esigenza di creare un dialogo tra la politica ed i cittadini e credo che Facebook, così come il mio blog online da diversi anni ormai, possano essere degli strumenti straordinari. La mia speranza è quella di poter contare su di te e sugli altri amici qui su Facebook per scrivere insieme momenti autentici di democrazia diretta e di partecipazione innovativa. Io voglio provarci. Grazie.

L’adozione di una tecnologia, o di un canale di comunicazione quale è Internet, ovviamente non possono costituire un punto a favore o contro un politico. Dovrebbero essere altri i criteri su cui basarsi per scegliere per chi votare, come ad esempio le idee, i programmi, l’integrità morale e il valore dell’uomo.

Tutte cose molto difficili da capire tramite uno spot elettorale, o un manifesto visto di sfuggita per le strade della città.

Allora forse, avere una possibilità di dialogo più diretto, sarebbe un bene per la democrazia. Poter conoscere più da vicino il proprio candidato, vedere cosa ha fatto negli anni e quello che dice di voler fare, scritto in maniera semplice e chiara, non nella maniera in cui sono scritti gli attuali programmi pre – e post – elettorali, ci aiuterebbe a capire meglio a chi stiamo dando il voto.

Però, in quel caso, io vorrei votare l’uomo, non il partito. Vorrei scegliere in base alla storia personale e alle risposte che è capace di dare, non in base ad una lista stilata nelle segreterie dei partiti, come il sistema elettorale attuale ci impone di fare.

Politici, metteteci la faccia, è ora di uscire dal Palazzo.

[photo credit: Ramella]

Markingegno

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