Chissà che i post con questo titolo non diventino una serie! :)
Qualche giorno fa vi ho raccontato di come un ingegnere israeliano abbia studiato un sistema per ridurre automaticamente il fattore di distorsione atmosferica delle immagini satellitari, e di come questo potrebbe aiutare a renderle più nitide, che subito qualcuno mi ha fatto notare nei commenti che da lì a poco Google avrebbe lanciato in orbita il suo primo satellite ad altissima risoluzione. Detto fatto, il pacco è in orbita.
In realtà il satellite non è di Google, anche se il logo colorato campeggiava sul vettore aerospaziale che l’ha spedito in orbita, ma della statunitense GeoEye, e l’azienda di Mountain View ha solo acquistato in esclusiva i diritti sulle foto. Tanto per comprendere la portata di questo accordo, diciamo che la fotocamera montata sul satellite è in grado di riprendere immagini ad una risoluzione di 28 centimetri e 11 bit per pixel. Come dice Gizmodo, è letteralmente in grado di vedere il colore dei vostri pantaloni.
Salendo ancora di un gradino però si scopre che il satellite fa parte di un programma militare di nome NextView, che attraverso GeoEye e WorldView di DigitalGlobe si pone l’obiettivo di aumentare il grado di risoluzione del parco fotografie del nostro pianeta, e che queste immagini ad alta risoluzione non potranno essere usate da Google per i suoi Maps e Earth per via della legislazione americana, restando però a disposizione dei militari. Brin e Page dovranno accontentarsi di un dettaglio minore, ma non credo avranno grossi problemi.
In realtà questa notizia fa il paio con quella secondo cui sarebbe possibile riconoscere i terroristi nei video aerei e satellitari dal modo in cui camminano (o meglio, dall’ombra proiettata durante il movimento), sempre in modo automatizzato. L’articolo chiosa nel finale dicendo che secondo un esperto londinese di immagini satelliti questa tecnica non è applicabile dallo spazio per via della risoluzione delle fotografie. Ma GeoEye-1 non era ancora stato lanciato…