Psystar, il piccolo OEM americano balzato agli onori delle cronache prima per aver messo in vendita dei cloni Mac, poi essersi beccato una denuncia da Apple, ha contro-denunciato Apple per abuso di monopolio e pratiche anticompetitive.
La mia idea su come andrà a finire questa faccenda non cambia, ma guardando il gran da fare che si stanno dando gli avvocati di Psystar, mi viene sempre più insistentemente da chiedermi chi ci sia dietro.
Il motivo? Semplicissimo: all’indomani di una vittoria legale di Psystar, l’azienda verrebbe annullata dalla concorrenza orientale, dagli assemblati e da tutto ciò che ha segnato il destino dei grandi brand PC degli anni 80 e 90.
Psystar starebbe dunque pronta a svenarsi in costosissime battaglie legali – senza avere tra l’altro soldi per finanziarle – contro un titano della Silicon Valley, per poi consegnare il mercato dei cloni agli OEM taiwanesi? Mi tornano in mente i processi in cui SCO, per conto terzi, ha tentato di minare la legittimità di Linux – salvo dover poi desistere quasi totalmente per incapacità di produrre prove.
D’altronde un’azienda come Apple, che negli ultimi tempi cresce in netta controtendenza rispetto ad un mercato stagnante, attira naturalmente l’attenzione dei competitors, cui certo non dispiacerebbe di ravvivare le proprie vendite con una linea di cloni Mac.
Ma, al di là di ogni convenienza di parte e considerazione sulla legittimità della causa, non credo che vedremo mai un giudice americano affondare una fiorentissima azienda nazionale per consegnarne l’eredità ad aziende straniere. Con buona pace di chi sta già incrociando le dita e preparando le casse.