Il titolo di questo post sembra uno scherzo, ma le dichiarazioni arrivano direttamente da Steve Ballmer al Web 2.0 Summit di San Francisco. L’intenzione è quella di acquisire società consolidatesi intorno al software open source e la motivazione rilasciata è abbastanza vaga: la Microsoft non può rimanere fuori dal mercato del codice aperto.
Fa sorridere che sia stato proprio Ballmer, che se ne uscì con una delle sue usuali esternazioni provocatorie, prendendosela con la licenza GPL e definendola un cancro che si attacca a tutto quello che tocca.
Fa riflettere invece il senso della mossa. Intanto è chiaro che che a Redmond comincino a temere Linux e OpenOffice, e se il primo è un nemico che ha ancora un po’ di strada da fare, la suite da ufficio open source sta costringendo la Microsoft a campagne promozionali incredibilmente aggressive. Windows Vista come sappiamo non piace, e se fino a qualche mese fa l’unbundling era uno sporadico desiderio che si affacciava nella mente di qualche smanettone, da quando XP è quasi scomparso dal mercato il problema è sentito da una grossa fetta di utenza. Contemporaneamente Ubuntu Linux continua a avolversi e si presenta come una validissima ma economica alternativa per molte realtà lavorative e non.
La mossa annunciata da Steve Ballmer probabilmente ha lo scopo di controllare il settore del codice aperto, dove controllare va letto come frenarne lo sviluppo. Se dovessi scommettere su quale compagnia sarà inghiottita dal colosso americano, punterei su Novell, che riveste un ruolo sicuramente di rilievo in questo settore e che in passato strinse accordi strategici con la Microsoft (ancora riecheggiano i fischi dei “Linuxiani”).
via | Slashdot