Il 16 ottobre Microsoft ha lanciato, in contemporanea mondiale, la sua piattaforma proprietaria Microsoft Unified Communications, (a questo proposito rimando all’articolo di Fabio Boneschi). Il lancio, tra l’altro, coinvolge non solo Microsoft stessa, ma anche alcuni partner che hanno già sviluppato soluzioni di telecomunicazione, basate sulla nuova tecnologia Microsoft.
La chiave di volta di Unified Communications risiede in un’unica identità che viene utilizzata per tutti i canali di comunicazione: telefono, fax, email, IM, ecc. Chi ci vuole contattare conosce un’unica identità e sarà Unified Communications a decidere, a seconda della nostra situazione del momento, attraverso quale canale veicolare il contatto.
Queste soluzioni sono completamente scalabili, non necessitano infatti di essere necessariamente installate localmente in azienda, ma possono essere “affittate” a provieder esterni, abbattendo così i costi sacrificando un po’ la personalizzazione.
Come detto prima Unified Communications non è solo un lancio software di Microsoft, ma anche e contemporaneamente un lancio hardware di molti partner che in questi mesi hanno lavorato con l’azienda di Redmond. HP, ad esempio, ha già pronte molte soluzioni per aziende di tutte le dimensioni.
Personalmente l’impressione avuta da questa giornata è stata quella di presenziare a tutto tranne che al lancio di una rivoluzione. Per carità, sono certamente tecnologie innovative e un bel passo avanti verso l’integrazione, ma resto decisamente scettico sul concreto funzionamento in ambienti di produzione, caratterizzati dalla loro complessità e specificità. Penso si tratti di soluzioni costose adatte forse alla grande impresa, ma meno adatte ad essere implementate in piccole realtà, nelle quali possono essere usate con successo tecnologie molto più economiche.
E’ allo stesso tempo impossibile negare che il trend che segnerà il futuro si muove verso la semplificazione e l’unicità (come già detto in un precedente post). L’espolosione tecnologica legata alla comunicazione, sia hardware che software, se da un lato ha portato tanti vantaggi dall’altro ha portato anche alcuni svantaggi tra cui, appunto, la proliferazione di “identità” che hanno finito per riempire il nostro biglietto da visita, nel quale dobbiamo indicare indirizzo, telefono, varie email, skype, eventuale altro IM e così via. L’idea di avere un unico contatto, ad esempio l’indirizzo email, e lasciare al destinatario la scelta di come essere contattato è certamente comoda per entrambi. Da un lato chi chiama non deve destreggiarsi in una giungla di canali per scegliere il migliore (dal suo punto di vista), dall’altro il destinatario è raggiungo attraverso il canale che ha personalmente scelto di usare in quel momento, con notevole soddisfazione.
E’, come dicevo, certamente la direzione che ci porterà al futuro ma, nonostante i proclami, ritengo che le tecnologie odierne e la penetrazione del know how tra la gente che alla fine deve usare questi strumenti, non sia al momento sufficiente per realizzare su larga scala questo risultato.