Tra pochi giorni avranno inizio i Giochi Olimpici di Pechino 2008 e la capitale cinese è impegnata a tentare di ridurre lo stratosferico livello di inquinamento che soffoca la città.
I motivi dell’inquinamento sono essenzialmente due. Da un lato l’industrializzazione sfrenata, non accompagnata da adeguate politiche di riduzione dell’impatto ambientale, dall’altro la particolare posizione geografica della città che facilita il ristagno dell’aria inquinata.
La Cina ha stanziato 17 miliardi di dollari solo per risolvere il problema inquinamento, attivando soluzioni antiche, come le classiche targhe alterne, soluzioni drastiche, come la chiusura di alcune fabbriche, e soluzioni tecnologiche, sparando alle nuvole (avendo esaurito Tibetani a cui sparare, si concentrano su altro evidentemente).
La Cina non è nuova al controllo metereologico , dopo aver scoperto come forzare la pioggia chi vive a Pechino sa che prima della visita di un capo di stato o di un evento importante pioverà, in modo da far trovare all’ospite un raro cielo azzurro privo del solito alone biancastro.
In occasioni delle Olimpiadi l’Ufficio per la Modificazione Metereologica (sì, hanno un ufficio anche per questo dove lavorano circa 32.000 persone) si occuperà di intercettare in anticipo le nuvole in avvicinamento, “facendole piovere” prima che raggiungano i complessi olimpici.
“Ciliegina sulla torta”, per far quadrare i conti, la Cina ha pensato bene anche di “ritoccare” al ribasso i dati ufficiali sull’inquinamento, così da rassicurare comitati olimpici e organizzazioni internazionali.
Nonostante le premesse e i tanti soldi impiegati, sono molti gli scienziati ad avere dubbi sull’efficacia di queste misure. A questo punto, per avere una conferma, non ci resta che attendere l’inizio di queste insanguinate olimpiadi.
Fonte foto: Wired Science