Gli intenditori, quelli veri, sanno che nella storia del PC una sola tastiera ha lasciato un segno indelebile: parliamo della Model M, che equipaggiava i PC AT della IBM e la successiva serie PS/2. Un capolavoro tecnologico che sta alle moderne tastiere gommosette da 5 euro come i Doors stanno ai Village People.
Non mi dilungherò sui dettagli tecnici della tastiera – per i quali rinvio a Wikipedia – che nasce da un progetto IBM dato in licenza a Lexmark, Unicomp e Chicony per la produzione: basta dire click perché nel cuore indurito degli appassionati di lungo corso, si riaccendano sensazioni mai sopite, legate a quell’indistruttibile periferica capace di resistere alle scalmanate ore nell’aula d’informatica durante il liceo, al figlio che inciampa nel lunghissimo cavo e la fa cadere, ai fulmini e le tempeste.
La notizia, che in realtà non è proprio freschissima, ma di certo lo è per me che l’ho saputo oggi, e forse anche per qualcuno di voi, la notizia insomma è che Unicomp produce ancora delle tastiere basate su quel leggendario design. Questo significherà, per qualcuno la fine delle ore spese su ebay o nelle mostre del radioamatore a cercare l’ormai introvabile versione italiana. Per altri una boccata d’aria fresca, durante l’interminabile ricerca dell’unica e irripetibile versione originale.
Ad aggiungere ulteriore tripudio, il sistema meccanico che ha fatto la fortuna della Model M, è stato applicato su modelli dal design più compatto – la Model M occupava l’equivalente di circa due tastiere moderne – e anche declinato in versione silenziata, per chi volesse evitare di far conoscere in tempo reale al vicinato le sue attività informatiche.
I prezzi, se comparati alle scadentissime tastiere a membrana con cui anche i migliori PC vengono oggi equipaggiati, sono piuttosto alti, e a quelli va sommato il costo della spedizione. D’altronde la qualità costa, e se dal 1986 ad oggi avete cambiato dieci tastiere di media qualità, di certo avete speso più di quanto non vi sarebbe costata, nuova, l’originale IBM.
La durata e la solidità della moderna edizione, che purtroppo non è in metallo come l’originale, sono ancora tutte da verificare, e per verificarle servirà tempo. Ad occhio e croce una ventina d’anni.