Era nell’aria: dopo mesi passati a reiterare la violazione della EULA di Apple, producendo e commercializzando hardware clonato con Leopard preinstallato, sembra che Psystar abbia ricevuto una denuncia da Apple. Mentre scrivo, l’istanza non è ancora stata depositata.
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, ricordiamo che Psystar è un produttore divenuto celebre dopo aver annunciato e pare anche consegnato sistemi desktop – perfino server! – con OS X preinstallato, a prezzi ovviamente molto competitivi, denominati OpenPC e OpenServer.
Psystar non fa finta di ignorare la EULA di Apple, ma semplicemente la ritiene non sostenibile in sede legale: “È come se la Honda ti dicesse su quali strade puoi guidare le sue auto e su quali no” è la posizione espressa in merito da Rudy Pedraza, CEO dell’azienda basata in Florida e salita agli onori delle cronache per aver commercializzato per prima un hackintosh “chiavi in mano”.
Una posizione potenzialmente rivoluzionaria, dal momento che una revisione della EULA Apple imposta dall’alto, comporterebbe una grossa forzatura del modello di business di una delle aziende più fiorenti della Silicon Valley. Una forzatura dagli esiti imprevedibili ma potenzialmente drammatici, contraria al nucleo delle strategie di Jobs, ribadite nel 1997 con l’immediata cancellazione degli accordi di licensing con OEM terzi. Il che mi dà la lieve impressione che alla fine sarà Psystar a chiudere le saracinesche.
Una forzatura che tra l’altro avrebbe l’effetto di portare Apple in competizione diretta con Microsoft – e farle perdere un’ottima fetta delle laute revenue che ricava dall’hardware – contraria dunque alla convivenza pacifica immaginata dall’allora iCEO e potenzialmente ricca di ricadute – come tenerne fuori iPod e iPhone?
Chi mi legge sa benissimo che ritengo l’hackintosh – nella sua attuale incarnazione – niente più che un gioco da smanettoni: difficoltà negli aggiornamenti, parziali incompatibilità, sono fattori che minano alla base la user experience di OS X: uno dei punti di forza dell’OS di Cupertino e della piattaforma Mac in generale nonché un asset centrale nella strategia di mercato di Apple, che l’azienda potrebbe avere ben diritto di difendere in sede legale.
Infine, sarà una coincidenza, ma la tempistica della denuncia, come supponevo qualche giorno fa, mi pare in qualche modo sincronizzata col rilascio del primo netbook convertito in hackintosh: un MSI Wind, di cui si è parlato in queste pagine. Il segmento netbook vede infatti Apple ancora latitante: un prodotto economico, esteticamente piacevole e con Leopard installato, potrebbe tentare un pubblico vasto, minacciando le ricche casse di Apple.
Insomma, fedele alla scuola “colpirne uno per educarne cento” Apple pare abbia infine lanciato un siluro contro Psystar. La quale da oggi farà bene a iniziare a cercare uno sponsor con le tasche piene e qualche buon motivo per odiare san Steve da Cupertino. Io un’idea sul candidato ce l’avrei, ma entriamo nel campo della fantascienza.