Nell’era in cui i banner grafici si facevano sempre più grossi e invadenti per racimolare un po’ di attenzione Google spiazzò tutti lanciando l’AdSense : un servizio di link testuali, che rispetto a tutte le altre forme pubblicitarie ha il vantaggio di essere sempre pertinente con il contenuto della pagina.
I lettori trovano i link sponsorizzati pertinenti alle loro esigenze, il proprietario del sito guadagna di più e l’inserzionista è sicuro di attirare solo potenziali clienti. Successive applicazioni di questo servizio fecero persino discutere, quando con l’arrivo della Gmail, AdSense cominciò a “leggere” le nostre email per fornire pubblicità contestualizzata anche accanto alle nostre conversazioni personali.
Chi pensa che AdSense sia già troppo invadente, potrebbe essere costretto in tempi non lontani a rivedere la proprio limite di tolleranza per continuare ad usufruire della rete. Google sta aspettando l’approvazione di un brevetto, che è già stato ribattezzato in rete con il nome “FriendRank”, che cercherà di comprendere le nostre relazioni sul web, sfruttando i nostri comportamenti sociali per massimizzare i profitti di inserzionisti e siti web.
Come accennato anche qui sopra, l’AdSense si basa sull’analisi del testo presente nella pagina web. Dalla nascita di questo servizio ad oggi, un nuovo modo di utilizzare la rete si è consolidato, basato sull’user generated content e il social networking. A Mountain View hanno studiato il fenomeno per poi ideare un sistema di advertising su misura.
Per spiegarne il funzionamento, immaginate un qualsiasi social network: ogni utente dispone di una o più pagine, ricche di informazioni personali ed è legato (in modo diretto o indiretto) a tutti gli altri utenti tramite relazioni di “amicizia”.
Combinando insieme gli interessi degli utenti e la trama di amicizie che li lega tra loro, è possibile scovare le persone più popolari ed entro certi limiti anche il perché (ad esempio un musicista con un seguito, uno sportivo, una ragazza in cerca di sesso). Le persone più popolari all’interno di un gruppo di amici (piccolo o grande che sia) tendono a influenzare il resto della compagnia, per questo l’advertising presente nelle pagine che appartengono loro darà risultati migliori.
Ora che altri si sono posti il problema, e hanno pure trovato una risposta, appare chiaro anche ai miei occhi che, per quanto evoluto, un sistema come AdSense rischia di non essere a suo agio nei modi di fruire della rete che si stanno affermando.
Servirsi delle informazioni sulle relazioni non permetterà solo di avvantaggiarsi dell’immagine degli utenti più rispettati, ma permetterà di focalizzare gli annunci su quelli che saranno più probabilmente gli interessi di chi visita la pagina. Mi spiego meglio con un esempio.
Se un utente ha influenza tra le sue relazioni per il fatto di essere un buon giocatore di scacchi, tra le inserzioni contestuali potrebbe comparire un sito che vende DVD di tutte le serie dei Simpson, perché i Simpson sono presenti nell’elenco dei suoi programmi TV preferiti o perché qualcuno ne scrive nei commenti (o nel wall).
È necessario infine notare che nel testo del brevetto non sono specificati i confini in cui operi questa nuova tecnica. Si parla di gruppi di amici, ma non solo all’interno di uno specifico sito.
La mente corre subito a due servizi ideati proprio da Google: Open Social e Friend Connect. Il primo permette ai siti che dispongono di una community di condividerla con altri servizi realizzati da terze parti, mentre il secondo è un social network “universale”, creato per dare l’opportunità a chiunque e con poche e semplici mosse, di integrare un social network nelle proprie pagine, condividendo la comunità con tutti gli altri siti che aderiscono al progetto.