È davvero tutta colpa dei videogiochi?

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Violenza, è all’ordine del giorno ormai su tutti i telegiornali: incidenti automobilistici, omicidi, uso di armi e stupefacenti, eppure c’è ancora qualcuno che da la colpa di tutto ciò ai videogames.

Simulazioni di guida come Need For Speed inciterebbero i giovani patentati a correre in modo smodato e gli sparatutto in soggettiva inciterebbero invece alla violenza. Giusto un anno fa, in una scuola americana, uno studente, prima di compiere una strage, si faceva fotografare con due pistole nelle mani in stile “Lara Croft”.

Anche oggi si sente di giochi che vengono bloccati dalla censura, come accaduto pochi giorni fa a “Soldier of Fortune: Pay Back”, in programma per il rilascio su Xbox 360, PC e Playstation 3, bloccato perchè ritenuto appunto troppo violento. Questo è solo l’ultimo titolo respinto dall'”Office of Film and Literature Classification”, OFLC, ma è realmente tutta colpa dei videogiochi?

Personalmente non ricordo tempo in cui non ci siano stati film violenti o in cui si guidava in modo spericolato, ma su di essi non si è mai fatta polemica.

Il problema è forse il fatto che nei videogiochi l’utente si impersonifica maggiormente, diventando vero e proprio autore della scena, ma anche in tal caso penso che alla base di tutto debba esserci un qualche disturbo della personalità perchè, per nostra fortuna, non tutti i videogiocatori riproducono nella realtà ciò che fanno nei videogiochi. Allo stesso modo, il problema delle sparatorie nelle scuole americane, è sicuramente frutto di problemi psicologici uniti alla facilità di ottenere le armi, sulla quale si dovrebbe sicuramente lavorare più di quanto non si mettano al bando i videogiochi.

Secondo il mio punto di vista, infatti, molto spesso i videogiochi risultano un banalissimo capro espiatorio, volto a nascondere problemi molto più gravi e su cui si dovrebbe lavorare maggiormente.

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