Nella puntata odierna della pluripremiata rubrica nostalgia informatica, ci occuperemo di un sistema che, per quanto diffuso quasi esclusivamente nel Regno Unito, ha rappresentato una pietra miliare nel mondo degli home computer: l’Acorn Archimedes.
Il motivo per cui ha rappresentato una svolta, ahimè senza seguito, è che è stato il primo sistema RISC, a 32 bit, pensato per il mercato consumer. Nel 1987! Quando ancora alla stragrande maggioranza degli utenti PC era possibile acquistare un 8088 o se andava bene un 8086 a 8 Mhz! Quando il 286 era roba da ricchi e il 386 era poco più che un sogno erotico da smanettone!
C’è un secondo motivo che rende la Acorn estremamente interessante per gli appassionati italiani: una quota maggioritaria dell’azienda fu acquistata nel 1985 dalla Olivetti, in seguito a dissesti finanziari risalenti ai primi anni ’80. Ne parleremo a breve.
La gamma Archimedes nacque nel 1987 col modello 305, costruito attorno alla CPU ARM-2. Un processore capace di lasciare nella polvere popolarissimo e potente Motorola 68000, almeno in termini di MIPS: quasi 5 contro uno solo del 68000, a parità di frequenza (8 Mhz per entrambi).
La potenza di calcolo della CPU era coadiuvata da tre coprocessori dedicati rispettivamente al video, alle operazioni di I/O e alla memoria, ed accompagnata da un sistema operativo dedicato, il RISC OS (già Arthur). Tutto questo ben di dio conferiva alla macchina di Acorn delle qualità multimediali di altissimo livello, che lo rendevano capace di rivaleggiare per dire poco ad armi pari con le più popolari controparti Commodore e Atari.
Come già detto, un prezzo molto più elevato della media – per quanto si trattasse di un computer capace di rivaleggiare coi mini dell’epoca – e scelte commerciali a posteriori errate, relegarono la diffusione dell’Archimedes al solo mercato inglese, nel quale conobbe un’interessante diffusione in mercati di nicchia come quello educational – anche se fu presto marginalizzato dal crescente peso di Apple e della nascente piattaforma PC IBM compatibile.
La gamma Archimedes conobbe tuttavia significative evoluzioni rispetto al modello iniziale, che portarono sino al modello A4000 del 1992, passando per un laptop (Acorn A4), e per l’A3000 del 1989 (in foto), caratterizzato da un form factor all in one simile a quello dell’Amiga 500 e dell’Atari ST. La dinastia di computer RISC di Acorn continuò per alcuni anni con la serie RISC PC e il mai nato Phoebe, e terminò nel 1998 con la scelta di Acorn di ritirarsi dal mondo PC.
La storia aziendale di Acorn è ricca di spunti d’interesse, tra i quali desidero ricordare per l’appunto la gestione Olivetti durata dal 1985 al 1998, anno dell’interruzione delle attività nel settore PC, e lo sviluppo della sussidiaria ARM Ltd., nata dalle ceneri della Acorn ed evolutasi in un player di grande rilievo nell’oggi rampante mercato mobile.
Riguardo il primo punto, trovo notevole come la partecipazione italiana non sia riuscita a a portare Archimedes anche nel belpaese: avrebbe rappresentato di certo un prodotto di grande interesse, capace di ritagliarsi una nicchia di mercato in quei segmenti dove, per fare un esempio, la gamma Prodest targata Ivrea fallì miseramente. Provate solo ad immaginare un home computer marchiato Olivetti, capace di vantare una tecnologia rivoluzionaria e la corona delle prestazioni su Amiga e Atari ST.
Notevole in questo senso fu la scelta di Olivetti di importare in Italia, nel 1987, il vetusto Acorn BBC Master, sotto il nome di Prodest PC 128S: un sistema basato su una variante del 6502, la CPU del Vic-20, invece del potentissimo e già allora disponibile Archimedes 305. Che speranze potevano esistere per un prodotto del genere con Amiga e Atari ST già sul mercato?
Altro nodo cruciale della storia di Acorn è per l’appunto ARM, originariamente acronimo di Acorn RISC Machine: un’azienda divenuta indipendente già nel 1990, nata con una joint venture con Apple (relativa al Newton) e VLSI e destinata a svolgere la parte del leone nel mercato mobile, grazie ad una serie di proprietà intellettuali relative a CPU di basso consumo ed alte performance, che hanno origine proprio nei processori RISC degli Archimedes. Un’azienda che oggi si permette perfino di ventilare la competizione con Intel nel segmento server.
Il parziale lieto fine della storia di Acorn, ancora viva nella memoria dei suoi utilizzatori storici, ma anche nei chippetti che equipaggiano la maggioranza dei dispositivi mobili di oggi, getta altra ombra sulla storia nostrana di Olivetti, la quale – non fosse stato per un management all’apoteosi dell’incompetenza, compresi i successivi “maghi della finanza” con le pezze al culo – avrebbe potuto partecipare al successo di ARM Ltd, nata nel pieno della sua partecipazione, e prepararsi ad un futuro da protagonista che, per l’ennesima e forse ultima volta, proprio con ARM le è sfuggito.