“Ci sentiamo dopo lo SMAU” era una frase tipica di qualche anno fa.
Oddio, dal punto di vista tecnologico, di parecchi anni fa.
Alla fine degli anni ’90 il mondo tecnologico italiano si fermava, per un buon mesetto, in attesa dell’Evento degli Eventi, della Boa Tecnologica da doppiare per sapere cosa sarebbe accaduto all’offerta tecnologica dei prossimi mesi; e, perchè no, pure all’adeguamente (di solito sempre verso il basso) dei listini dei vari produttori.
SMAU era enorme, sproporzionato e pure un peletto confuso, ma tutti gli operatori dell’IT ne erano coinvolti e congelavano quasi la propria attività per una buona trentina di giorni. Vuoi perchè erano espositori, e quindi erano impegnati a mettere in piedi il tutto, vuoi perchè visitatori e operatori del settore, che tenevano quindi buoni i propri clienti in attesa della fine del lieto evento.
Conosciamo tutti poi la fine che in qualche modo ha fatto: ingrandendosi in maniera esagerata è diventata una fiera campionaria confusa dove una netta distinzione tra chi forniva cosa e a chi, andava sempre più dileguandosi.
Ricordo quando lavoravo per un importante distributore di informatica che ci fu assegnato uno stand di una certa dimensione nei padiglioni dedicati genericamente all’Hardware. Di fianco a noi c’era una società che vendeva quei tabelloni per le scritte scorrevoli a led, di fronte un fornitore di accessori per cellulari e dall’altro lato una società (per i tempi all’avanguardia) che presentava una soluzione di sicurezza basata sulla scansione della retina.
Questo e la continua fame di visitatori da parte dell’organizzazione, che ha portato a vedere correre per gli stand delle masse informi di “zainetti” (così identificavamo gli studenti all’epoca) anche e soprattutto durante le famose giornate “deidcate agli operatori”, ha sempre più screditato in qualche modo la manifestazione, che ha perso sempre di più i suoi connotati ipertecnologici per trasformarsi in una sorta di baraccone promozionale (con concerti, celebrità e hostess in abiti via via più succinti).
Ma SMAU non è entrato in crisi solo per questo. In generale una manifestazione di quel genere non ha più senso, e la ragione la sappiamo tutti.
Al di là della formula proposta (Circo per la massa o evento dedicato ai soli operatori) una manifestazione del genere ha perso senso grazie alla “autostrada dell’informazione”, grazie ai siti, grazie al tam-tam digitale.
Da un lato un bene, sia mai. Ma una certa nostalgia non tanto per la manifestazione in sè, ma per quello che significava rimane.
Era una specie di Natale Tecnologico, con tutto quel senso di attesa per vedere “cosa avrebbero annunciato di nuovo”. Ed in fondo, tutto sommato, un certo “STOP” al correre frenetico delle offerte e dei listini, non era mica male.
Però che strano: un settore relativamente giovane come l’IT si è già bruciato la maggior parte dei propri eventi quando invece il settore automobilistico (ad esempio) ne è rimasto immune, con tutto il mercato in attesa dei vari saloni dell’auto e degli immancabili annunci e prototipi in esposizione.
Forse che tutta questa velocità dell’informazione non sia un così gran bene ?