Byte è stata “la Rivista” informatica che ha accompagnato la grande rivoluzione informatica. Oltre ai contenuti, però, la pubblicazione statunitense si è da subito contraddistinta per una caratteristica particolare: le Cover Art.
Cover Art
Se tali copertine oggi sono diventate quasi oggetto di culto, lo si deve ad una sola persona: Robert Tinney, in grado di condensare in un’immagine quella che era l’idea generale associata ai computer e al suo vasto ecosistema.
Robert Tinney
Grazie all’intuizione del fondatore Carl Helmer, affascinato e amante delle illustrazioni di un’altra rivista del periodo denominata “Scientific American”, Tinney realizza la copertina del numero di dicembre del 1975 di “Byte”, rivista nata 3 mesi prima.
La prima Cover Art di Byte
Bisogna riconoscere a Tinney un particolare coraggio nel creare illustrazioni per un campo inesplorato, cosa che spesso viene evitato dagli “artisti commerciali” a causa dell’alto rischio di andare “fuori tema”. Lo stesso autore ammette che l’idea lo ha subito affascinato, nonostante non sapesse molto di elettronica, computer, ecc. Ma proprio tale condizione gli consente di guardare la rivoluzione informatica con occhi diversi, facendosi influenzare da Magritte ed Escher per la creazione di oltre 80 cover. Le illustrazioni sono create con un aerografo, conferendo ai colori un’opacità ed una intensità che ne consente una facile scansione e riproduzione commerciale.
Non poteva di certo mancare Star Trek!
L’eccezionalità delle Cover Art si fonda nell’impareggiabile uso delle metafore visive sfruttate per trasmettere concetti tecnici tipicamente immateriali, astratti, a volte enigmatici. Le illustrazioni di Tinney riescono ad evidenziare il concetto fondamentale in modo minimalista, stimolando la fantasia del lettore, soprattutto grazie al mix di icone e personaggi presi in prestito da altri campi.