Oltre ai manager in fuga dall’ormai poco ambita Yahoo!, anche il CEO Jerry Yang manca all’appello. Da quando il New York Times ha scritto un pesante articolo nei suoi confronti, dandogli sostanzialmente del fallito e invitandolo a lasciare Yahoo!, non si hanno più notizie del CEO.
Che Yang abbia gestito malissimo le trattative con Microsoft è cosa ovvia, e questa sua “fuga” non fa altro che rafforzare le voci contro di lui, che vogliono persone nuove a dirigere la Yahoo! del post accordo mancato.
Persone vicine a Yang affermano che questi non risponde né ad email né a telefonate e che l’ultimo “avvistamento” risale a mercoledì scorso, quanto Yang ha incontrato a Washington alcuni parlamentari, per aggiornarli sulla vicenda Yahoo!-Microsoft.
Effettivamente il CEO di Yahoo! ha scontentato e danneggiato tutti, i suoi azionisti in primis, che hanno perso l’opportunità di guadagnare molto dalle azioni in loro possesso, ma anche i dipendenti hanno sofferto dal mancato accordo, che avrebbe creato un colosso dell’online advertising capace di competere in modo credibile con il monopolio di Google: sono infatti sono tantissime le defezioni di persone capaci che cercano opportunità professionali più stimolanti altrove.
Certo, Yahoo! resta una società sana e in profitto, ma chiaramente destinata a restare in un angolo mentre altri giocatori giocano la partita vera. La chiave del successo futuro di Yahoo! pare quindi essere nell’abilità di ritagliarsi una nicchia nella quale proporre servizi eccellenti, o andare alla ricerca di un nuovo accordo che riporti Yahoo! sulla scena come player di peso.
E’ chiaro che per fare tutte queste cose occorre a Yahoo! un CEO, che al momento è irreperibile e che, anche tornasse reperibile, lascia forti dubbi sulla sua affidabilità.