Il post odierno si distacca di parecchio rispetto a quanto tipicamente affrontato in queste pagine, ed il contenuto fa riferimento ad un’idea (e suggerimento) di Alessio a cui ho voluto partecipare, pertanto ecco un post dove racconterò il mio primo approccio con il mondo dell’informatica ed in particolare “il mio primo computer” (e non solo).
CORREVA L’ANNO 199x…
Al contrario di molti di voi lettori, e degli amici della redazione di AppuntiDigitali, il mio primo approccio con i computer non vede la presenza di macchine storiche e per certi versi oramai mitologiche quali VIC20, Commodore64, Amiga, ecc., ma vede approcciarmi a questo mondo in piena era IBM Compatibile & Microsoft (DOS, non Windows quantomeno), sebbene il primo computer arrivò diversi anni dopo avere iniziato ad usarli a casa di amici e cugini, durante lunghe (e per certi versi interminabili) sessioni di gioco a titoli dei quali non ricordo quasi il nome (e non so nemmeno quanto potessero essere famosi, a me bastava che mi divertissero) ma ho ancora vivo il ricordo del divertimento che mi procuravano (ed era cosa condivisa da tutti i partecipanti alle sessioni di gioco).
Nel 1994, anno nel quale frequentavo la 1a superiore dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “Minerario” di Iglesias, il cui laboratorio di “Matematica” era dotato di diversi pc Olivetti 286SX (il tutto se la memoria non mi inganna) [Simone non credo esistesse una versione SX del 286, poteva essere un 386SX o più probabilmente visto l’anno un 486SX – ndr] con monitor a fosfori verdi e connessi tra loro in una antidiluviana rete locale, arrivò in casa anche il primo pc, ed in particolare un “classico” (ed oserei dire piuttosto moderno all’epoca) Olidata 486DX2 caratterizzato da ben 4MB di Ram, 400 MB (412 per l’esattezza) di Hard Disk ed una scheda video S3Trio con 2MB di memoria.
Completavano la configurazione il sistema audio Creative Sound Blaster 16 (nel cui bundle era incluso un lettore cd-rom 16x) ed il doppio sistema operativo MSDos 6.22 + Windows 3.11.
Rispetto a quanto posseduto all’epoca dagli amici non era possibile confronto, in quanto la soluzione forse più performante era un 386SX sottotono anche su tutti gli altri fronti, ma questo non impediva di effettuare lunghe sessioni di gioco itineranti tra le varie case, ed uno dei giochi che più amavo all’epoca era il mitico Formula One Grand Prix della MicroProse (e del, quantomeno per me, mitico Geoff Crammond), sebbene la scoperta del mondo dei “punta e clicca” quali Monkey Island ed Indiana Jones (“Ultima Crociata” e “Fate of Atlantis”) non sia stata meno importante, insieme a tanti altri titoli.
Tale pc resistette alcuni anni all’avanzare inesorabile del tempo (ricordo le mille configurazioni dei file di sistema per ottimizzarlo in funzione dei vari giochi, cose che a quell’epoca per me apparivano chiare come i segreti dell’alchimia), fino a cedere al primo upgrade (drastico e sostanziale) che vide coinvolto un conoscente smanettone (razza all’epoca misteriosa, che sarebbe poi stata conosciuta meglio con il termine “Nerd“) che sostituì la scheda madre ed il processore trasformando il pc in un Pentium 133MHz (sebbene diversi componenti del precedente pc rimasero immutati) del quale non ho grandi ricordi riguardanti la configurazione, se non che utilizzava Windows 95 come sistema operativo (una piccola grande rivoluzione della mia allora embrionale esperienza informatica) ed era piuttosto instabile.
Grossomodo contemporaneamente approdò in casa anche uno splendido portatile Texas Instruments Travelmate basato su un Pentium 100MHz (o qualcosa del genere) che rappresentava il pc di lavoro di mio padre, e dato che veniva sistematicamente lasciato a casa, divenne ben presto un eccellente secondo computer.
Riguardo a quegli anni bisogna anche aggiungere un evento importante sul fronte scolastico, infatti seguendo una strada alla quale non avevo mai pensato (ed allontanandomi da quella che sembrava la passione comune di casa, ovvero l’elettrotecnica con derive elettroniche), mi iscrissi per il triennio all’indirizzo “Informatici“, cosa che mutò ben presto il mio approccio con il computer rendendolo molto più profondo e tecnico.
La programmazione in C delle numerosissime ore di “Informatica“, con un professore tanto esigente e duro quanto capace di trasmetterci nozioni ed interessi, i primi rudimenti di “Sistemi” (inteso come sistemi automatici) e l’ampio uso del pc anche per i corsi di “Calcolo delle Probabilità e Statistica” ed in minima parte di “Matematica” suscitò in me un interesse che oramai andava ben al di là dei giochi (mai abbandonati però) e che mi portò ad interessarmi in seguito anche all’hardware dei computer, fino ad allora per me misterioso (e non era raro, almeno nel giro dei miei conoscenti, non diffondere i “segreti del mestiere” di chi assemblava ed “overcloccava” i pc), e che penetrai attraverso le prime letture di una rivista celebre (alla quale sono rimasto abbonato più per affezione che per reale interesse, vista anche la trasformazione del computer da oggetto dalla complessità “visibile” ad “elettrodomestico” la cui complessità è maggiormente trasparente all’utente, ed al suo costante rimpiazzo prima ad opera dei portatili e poi dai moderni tablet) che mi permise di scoprire le differenze tra processori, i marchi migliori delle schede madri, grafiche ed audio e così via, in uno scenario dove i nomi GeForce, ELSA, Asus, MSI, Matrox ecc. non erano più termini oscuri di oscuri rituali.
Il successivo pc tardò ad arrivare, ero al primo anno di Università, corso di Ingegneria Meccanica (con la convinzione di scegliere l’indirizzo “Robotica” allora disponibile appena avessi dovuto effettuare la scelta, ma la storia ha avuto un altro corso), ma venne completamente configurato sul budget disponibile tra me e mio fratello senza richiedere aiuto a nessuno, grazie a quanto imparato fino ad allora, utilizzando un sito che provvedeva poi ad assemblare quanto selezionato, ed è così che approdò in casa nel 2000 un potente Athlon K7 a 900MHz (su slot) coadiuvato da una Creative GeForce2, un disco IBM da 30GB ed una configurazione complessiva piuttosto soddisfacente, al punto che tale pc sopravvisse (sebbene sentendo il peso degli anni, ma resistendo stoicamente ad essi) fino all’arrivo in casa (2005) del primo portatile personale ad opera di mio fratello, cosa che destinò il pc ad un uso marginale da parte mia durante i weekend (al ritorno dall’Università, incredibilmente affrontata senza pc se non negli ultimi tempi, nei quali era impossibile pensare di presentare una relazione scritta a mano).
Il resto della storia scorre veloce, e probabilmente in maniera meno interessante (quantomeno sul fronte informatico), e si divide tra computer assemblati per “conto terzi”, interventi di “manutenzione ordinaria & straordinaria” presso i pc degli amici per risolvere problemi di ogni natura, ma prettamente di software, con virus&co. a farla da padrone, ma questa è un’altra storia…
Augurandomi che per tutti voi lettori questo post “personale” sia stato piacevole, vi saluto e vi rinnovo l’appuntamento alla prossima settimana (confidando nell’assenza di problemi) nella quale riprenderemo con i consueti contenuti della rubrica Energia e Futuro, naturalmente sempre su AppuntiDigitali.