Inversione di tendenza: l’ultimo Apple I in asta stenta a superare i 200.000

Probabilmente era inevitabile e, forse, è anche giusto ridimensionare il fenomeno del retrocomputing che rischia di trasformarsi in uno strano ibrido, fatto di interessi e annunci, piuttosto che di una passione finalizzata alla conservazione e conoscenza di una delle più grandi rivoluzioni a cui l’uomo abbia mai assistito.

Stiamo parlando dell’ultima asta, 16 novembre a Colonia, in cui è stato battuto un Apple I, proveniente dal primo lotto di 50 unità del Byte Shop: il prezzo di partenza era di 180.000€ e quello di vendita ha stentato a raggiungere i 200.000€ (circa 250.000€ compreso commissioni).

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Ma il calo non interessa solo l’Apple I, visto che, ultimamente, un Lisa I a 12.000€ non è stato preso in considerazione da nessun offerente, mentre un Twiggy Mac si è fermato alla base d’asta di 25.000 €.

Si tratta, probabilmente, di un ridimensionamento condizionato anche dalla confusione che regna tra gli appassionati e la difficoltà di raggrupparsi attorno ad un unico grande progetto, di tutela, conservazione e condivisione della rivoluzione informatica.

Chissà se il progetto del Museo dell’Informatica a Palermo (leggasi Forello, MuPIN, ecc…) possa rappresentare una svolta e dare nuova linfa ai vari movimenti collegati al retrocomputing, in Italia e nel resto del globo. Voi che ne pensate?

L’uomo che sussurra ai computer: http://video.corriere.it/uomo-che-sussurra-computer/be229bfc-5b5f-11e3-bbdb-322ff669989a

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