Chi ha avuto la fortuna di attraversare il periodo che va dagli anni ’80 fino alla prima metà dei ’90 attingendo al mondo dell’informatica ha potuto godere di un’esperienza irripetibile, nel pieno impulso pionieristico che ha reso il computer un elemento domestico, familiare, che permea ormai l’esistenza nostra e dell’intera società in cui viviamo.
E’ in questo contesto che s’inquadra l’operato di un’azienda che non ha certo bisogno di presentazioni: la beneamata Commodore, che ha contribuito in maniera preponderante, a mio modesto avviso, a tutto ciò, forte anche del pensiero e l’azione di quel grande uomo che fu Jack Tramiel, grazie alla volontà di voler portare il computer alle masse; a tutti.
Purtroppo, come sappiamo, questa grande azienda andò in bancarotta nel ’94 (o sarebbe meglio dire che fu fatta affondare dai suoi due presidenti dell’epoca, stancatisi del giocattolo che avevano spremuto fino all’osso), lasciando un grande vuoto che non è mai più stato colmato.
Di ciò rimane, dunque, soltanto un ricordo, un forte ricordo che non è possibile cancellare, poiché troppo grandi sono state le emozioni, la meraviglia per quelle favolose macchine con le quali abbiamo passato tantissime ore felici e spensierate.
In quell’epoca internet era ancora relegata puramente all’ambito militare e accademico, e di conseguenza l’edicola rappresentava il punto di riferimento per chi voleva acquisire avidamente informazioni su quelle diaboliche macchinette che fra colori, suoni, e joystick per lo più con un solo tasto ci offrivano tanto spasso.
La vetrina, lo ricordo ancora come fosse oggi, era un carosello di immagini spettacolari piazzate opportunamente sulle copertine per attirare immediatamente lo sguardo dei ragazzi e ragazzini che, se avessero potuto, avrebbero svaligiato nottetempo il negozio per accaparrarsi l’intero scaffale, tanto grande, varia, e invitante era l’offerta disponibile all’epoca.
Riviste come Commodore Computer Club, MC MicroComputer, Commodore Gazette, Chip, Bit, ma anche la gloriosa ZZap!, e poi a seguire The Games Machine, Computer+Videogiochi, K, Z, ecc. hanno letteralmente lasciato il segno per la quantità e la qualità del materiale che mettevano a disposizione, riducendo i lettori alla stregua del cane di Pavlov che ha appena ascoltato il suono del campanello…
Nell’era di internet che consente, nel bene e nel male, di arrivare all’informazione in tempi velocissimi e costi praticamente nulli, sfortunatamente tutto ciò è andato perduto.
O almeno lo era, finché la scorsa settimana, dopo una lunga gestazione, ha finalmente visto la luce il primo numero di una fanzine (rivista realizzata da appassionati di un determinato settore) che ha la pretesa di far rivivere quei tempi e quelle emozioni, in barba al tempo che aveva ormai seppellito tutto.
Parlo di Commodore Fan Gazette, una rivista non a scopo di lucro e gratuita che potete scaricare da questo sito scegliendo fra il formato a bassa definizione e quello ad alta (che, tra l’altro, è già pronto per la stampa di qualità).
Si tratta di un progetto editoriale che, pur essendo opera di appassionati, è frutto del lavoro di professionisti che spaziano dal campo dell’informatica a quello della grafica, impaginazione, ed editoria. I contenuti parlano da sé.
Lo stile potrà sembrare un po’ rude in alcuni tratti, ma non è fine a se stesso, ed è, anzi, volto a cercare di riprodurre quell’atmosfera goliardica che si respirava leggendo pagina dopo pagina. Ne sa certamente qualcosa chi ha avuto la possibilità di leggere Zzap!, per l’appunto, o le pagine dei mitici Bovabyte su The Games Machines…
Non rimane, pertanto, che invitarvi a una buona lettura, tuffandovi nuovamente in quel fantastico mondo, e rimanendo in attesa della pubblicazione del secondo numero che arriverà fra qualche mese.