Il 16 Maggio 2008 si è celebrato il 50esimo compleanno dell’invenzione del primo laser, evento che probabilmente sarebbe passato inosservato ai più se Google non gli avesse dedicato un doodle.
In questo mezzo secolo, l’evoluzione tecnologica ha portato i laser in ogni dove, dalla medicina ai lettori ottici, dagli impieghi industriali alle stampanti, dal settore bellico all’edilizia. Oggi fanno parte della nostra vita, tant’è che in qualsiasi casa ne troviamo diversi, dentro ai più diversi dispositivi elettronici.
In questi vengono particolarmente usati i diodi laser: economici, estremamente compatti e in grado di raggiungere potenze considerevoli per le loro ridotte dimensioni. Da tempo alcune aziende, per lo più cinesi, impiegano questi stessi diodi per la produzione di “puntatori” laser agli steroidi, con potenze considerevolmente superiori al classico, e pressoché innocuo, milliwatt. Ho virgolettato il termine “puntatori” perché nessuna persona sana di mente li userebbe mai per quello scopo: alla distanza di pochi metri il punto luminoso ha un’intensità tale da risultare fastidioso al punto da provocare addirittura, nei soggetti più sensibili, forti mal di testa.
All’atto pratico, difatti, questo tipo di laser finisce in mano ad appassionati – che ci giocano ad accendere fiammiferi o a tagliare nastro adesivo – oppure ad astronomi – che li usano per indicare gli oggetti celesti (con quelle potenze il raggio, di notte, è visibile per tutta la sua lunghezza). Questo in genere.
In Australia invece questi puntatori sono finiti nelle mani di un gruppo di aspiranti terroristi, e sono stati impiegati per un attacco coordinato ai danni di sei aerei civili in fase di atterraggio all’aeroporto di Sidney. Tutti difatti sanno che la peculiarità dei laser è la coerenza del fascio di luce che emettono: la conseguenza diretta è che sono visibili anche a grandi distanze. Potete fare voi stessi la prova con un puntatore laser legale (quindi certificato di classe II o IIa, con potenza uguale o inferiore a 1 mW): datelo ad un vostro amico e ditegli di allontanarsi di un centinaio di metri, quindi invitatelo a puntarlo verso di voi: il raggio vi apparirà molto più luminoso di quanto non vi possiate aspettare.
L’attentato, perché di questo si tratta (anche se magari le intenzioni non erano quelle), fortunatamente non ha avuto conseguenze disastrose ma ha obbligato i controllori di volo a modificare la procedura di approccio per tutto il traffico in arrivo, con ritardi che hanno raggiunto anche la mezz’ora. I piloti difatti, complice il buio della notte, erano impossibilitati ad atterrare in sicurezza con queste luci abbaglianti puntate contro. Abbaglianti al punto da scatenare in alcuni di essi quei mal di testa di cui parlavo qualche riga fa.
Il resto è facilmente immaginabile. A fronte di un evento di tale gravità il governo australiano si è mosso velocemente per mettere al bando tutti i laser portatili di classe superiore alla II: dal primo luglio chi ne importerà illegalmente uno commetterà un reato penale.
Personalmente sono un po’ preoccupato dall’idea che chiunque possa acquistare uno di questi laser su Internet e giocarci senza osservare o avere la cognizione delle benché minime misure di sicurezza (anche per la propria retina). Su YouTube si trovano video su video di persone che per mostrare il loro nuovo giocattolo lo puntano fuori dalla finestra, sui palazzi di fronte o in cielo.
Finché nessuno si affaccia e nessuno vola nessun problema, poi cavoli loro. Sono però ancora più preoccupato dall’idea che qualcuno lo usi coscientemente per arrecare danno. In Italia la normativa è da sempre, prudenzialmente, restrittiva: da noi i laser di classe superiore alla seconda sono già illegali, anche se la facilità con la quale questa legge viene elusa, a partire dall’assenza di controllo alla dogana, la rende pressoché inefficace.
L’altro elemento di preoccupazione, che fa passare in secondo piano il problema dell’attuazione delle norme, è che in ogni caso i laser si trovano ovunque. In Internet sono parecchie le guide che spiegano come ottenere un puntatore laser ad alta potenza sfruttando l’intelaiatura di una piccola torcia elettrica e il diodo di un masterizzatore DVD. Vedo insomma l’episodio australiano come un segnale di allarme, e temo che attacchi di questo tipo si verificheranno sempre più frequentemente in futuro. Spero di sbagliarmi.
Ps: sul sito del “Daily Telegraph” vi è un feroce articolo di Byron Kaye in cui non esita a definire, forse usando un po’ troppa enfasi, questi puntatori come “laser della morte”. La nota divertente è che questi stessi vengono pubblicizzati poco sotto, nel box di Google AdWords. Proprio il primo annuncio propone infatti di laser portatili che superano addirittura i 400 mW di potenza. D’altro canto nell’articolo l’autore spiegava come tutti facessero scorta di questi oggetti prima che il bando divenisse effettivo: vuoi non approfittarne?