Per la rinomata ed imitatissima serie nostalgia informatica, voglio presentarvi oggi un produttore di CPU x86 ignoto ai più, il quale, nato da zero nel 1986, ha tuttavia avuto il merito di costruire una piattaforma x86 alternativa a quella di Intel, senza godere degli accordi degli cross licensing che legano il colosso di Santa Clara ad AMD.
Parliamo di NexGen, azienda fabless co-finanziata da Compaq e da Olivetti, la quale ha avuto il merito di costruire, come accennavo, una CPU x86 compatibile totalmente da zero. Non solo un semplice clone, ma il secondo processore in ordine di apparizione – prima di Cyrix, prima di AMD e dopo il Pentium – ad offrire un’architettura x86 superscalare: un applauso per il glorioso NexGen Nx586 del 1994.
Con una cache L1 doppia rispetto a quella del Pentium (16k dati e 16 istruzioni contro 8+8), la tecnologia RISC86 per la scomposizione delle istruzioni x86 in micro istruzioni più semplici, l’FSB a 64bit ed ad altri accorgimenti architetturali d’avanguardia, la CPU Nx586 si è ricavata un posto nella storia dei microprocessori.
Nota folcloristica: quella di diventare indipendenti da Intel è una fantasia che di tanto in tanto gli OEM coltivano: Compaq, co-finanziatrice di NexGen, arrivò addirittura a eliminare la dicitura “Pentium” da tutta la sua letteratura aziendale, scelta che purtroppo non ebbe successivi esiti.
Torniamo a bomba. Accompagnato successivamente da un coprocessore matematico (Nx587) e rilasciato quindi in versione con FPU integrata (con due die nello stesso package), Nx586 era in grado di sfidare e spesso superare processori Pentium di frequenza superiore – la denominazione delle CPU avveniva infatti col sistema PR Rating, adottato, ahimè fino all’Athlon 64, anche da AMD.
La scelta di non integrare nella prima release un coprocessore matematico, come invece Intel faceva col Pentium, si rivelò tuttavia penalizzante per tutte quelle applicazioni – per esempio i giochi 3D – in cui le operazioni in virgola mobile erano predominanti.
Se la forza del processore era rappresentata da scelte architetturali uniche, questa era anche la sua debolezza: alloggiava su socket proprietario e richiedeva l’uso di chipset customizzati. Non era dunque installabile su piastre madri adatte a CPU Intel, come invece poteva la concorrenza, il che lo relegò a una nicchia: una fine fin troppo prevedibile considerando che già allora i competitor di Intel potevano perlopiù spartirsi le briciole.
Cionondimeno NexGen continuò il suo lavoro di sviluppo, che sfociò alla fine del 1995 con Nx686: un processore rivoluzionario, in grado di tenere testa al Pentium Pro tanto nelle operazioni con numeri interi che in virgola mobile.
La pressione di Intel era tuttavia fortissima e dall’altra parte della barricata, come racconta CPU Collector, AMD era nell’urgenza di commercializzare un prodotto in grado di rivaleggiare con il Pentium, meglio di quanto potesse il K5 .
L’azienda fu così acquisita da AMD nel 1996 e Nx686 divenne la base per il successivo AMD K6, un processore che rappresentò finalmente un degno sfidante da AMD per il Pentium.