Pubblico un interessante intervento dell’utente “nessuno” con in calce alcuni miei commenti.
La questione OS e programmi integrati è delicata. Lo è dal tempo in cui MS ha deciso di infarcire il suo OS di tutta una serie di programmi con funzionalità avanzate. E sopratutto fregandosene deliberatamente degli standard. Cosa che anche Apple sta praticando da diverso tempo. Il motivo? Il lock-in. Se analizzate le cose fatte da MS negli anni è evidente il tentativo, anche se mai realmente espresso. Per Apple invece è chiaro ed espresso. Tutti i loro servizi non sono compatibili se non con loro stessi. Ecco perché molta gente, me inclusa, usa i servizi di Google. Non perché Google sia il bene, ma perché quantomeno non mi impone di usare i suoi servizi dove e come vuole lei.
MS è partita in ritardo con lo sviluppo di IE. AL tempo C’era il mitico Mosaic e Mozilla. MS è arrivata con una versione di IE che implementava cose fuori standard o con “bachi” deliberatamente mai corretti che comportavano la incompatibilità delle pagine con il loro browser. COn l’aggiunta degli ActiveX ha poi dato il colpo finale, costringendo il web ad adattarsi ai SUOI standard (o bachi). Ciò che ne è derivato è stato il caos più assoluto per gli sviluppatori, che dovevano letteralmente scrivere i siti 2 volte se volevano che fossero visibili in maniera corretta su IE e il resto del mondo. Ovvio che con la percentuale bulgara di utenti (o utonti) che non cambiavano il browser di default molti sviluppatori del “resto del mondo” se ne sono strafregati.
Non parliamo dei discorso Office, che non è incluso in Windows, ma è praticamente il suo polmone (di generazione soldi). Ma lì ovviamente non si è potuto fare nulla per impedire a MS di fare quello che voleva, tranne il poter imporre tramite Antitrust l’apertura completa della descrizione dei file di salvataggio. E non venitemi a dire che una struttura di un file è tecnologia da difendere, tanto che infatti alla fine si è passati ad un file open, leggibile da tutti. Ma imposto sempre con l’inganno (e chi se la dimentica la storia dell’approvazione come standard…).
La questione dell’inclusione dei SW nel’OS, come detto, è delicata, perché ha diverse sfaccettature. Non facciamo demagogia, però. Non sono le utility di base il problema. Nessuno si è mai lamentato perché Windows veniva con Paint o FreeCell/CampoMinato/notepad. Il problema nasce quando in un OS viene integrato un programma che non si capisce perché deve essere parte dell’OS ed avere funzioni così avanzate da poter dettare standard senza in effetti essere mai stati decretati tali. Facendo lock-in e usando la propria posizione di vantaggio (l’integrazione forzata nel 90% dei PC del mondo.. e scusate se è poco), a discapito del lavoro di molti altri.
La domanda che dovete porvi, e per quale astruso motivo MS si è tanto impegnata negli anni per sfornare un browser. Perché non ha fatto come, non so, con Notepad, facendo una versione super base e lasciando che l’utente scegliesse un programma migliore nel caso di uso avanzato. Notepad fa quello che deve, ma non è certo all’altezza di programmi di word-processing commerciali. Perché invece per il browser non ha fatto lo stesso? Un OS è e deve rimanere un OS; ovvero un sistema che gestice le risorse del PC. Il resto DEVE essere a scelta dell’utente (o utonto). MS può fare il suo broswer super meglio e perfetto, ma lo deve dare, come tutti gli altri, in modo separato in modo da non condizionare il mercato sfruttando (è il caso di dirlo) gli utonti, come fosse circonvenzione di incapaci.
Ora, prendete tutta questa pappardella e rigiratela su Apple. Moltiplicandola per 10 però, perché i programmi Apple funzionano solo nel loro ecosistema (non intendo i binari, ma tutto quello a loro connesso) producendo un lock-in ancora peggiore. Aggiunto al fatto che spesso vi sono imposizioni d’uso dei dispositivi davvero ridicoli (ma giustificati economicamente per Apple), è quello che rende Apple la società con i migliori supporters (fanboy) e i peggiori haters. D’altronde o ci si convince che l’ecosistema Apple è bene, con tutti i suoi compromessi e idiosincrasie, oppure la si evita come la peste, considerando coloro che ne sono stati vittima come poveri incapaci di prendere proprie decisioni su cosa e come usare le cose.
A una domanda non ho mai ricevuto una risposta che considero decente, che dimostra come il mondo Apple (o i suoi fanboy) non abbiano per niente le idee chiare: perché uno dovrebbe comprare un iPod per sentire la musica, dovendo subire la tortura di iTunes (che diventa supplizio se non si ha un Mac con cui collegare il dispositivo) quando sul mercato ci sono decine e decine di lettori MP3 (capaci di leggere anche altri altri formati) con qualità audio migliore, gestione migliore, libertà completa di cosa e come infilare nel lettore e prezzo inferiore?
Cosa serve a una persona per capire quando è raggirata?
Sono perfettamente in linea sul discorso antitrust. È vero, nell’ecosistema Apple tutti i problemi che sono valsi a MS la condanna, sono moltiplicati. Ma per ottenere il reale peso del lock-in Apple sul mercato, e di conseguenza nell’agenda dell’antitrust, devi anche dividere per la quota di mercato. Da lì in poi capisci come mai, per esempio, non è Safari ma IE (che solo nelle ultime due versioni è divenuto all’altezza della concorrenza) ad aver dominato il mondo dei browser per quasi un decennio, scatenando le problematiche di cui dai conto.
Diverso è il discorso su iPhone e iPad, come commentavo qualche mese fa parlando dei fattori che oggi minacciano Apple:
Quota di mercato: se la storia di Microsoft ci ha insegnato qualcosa, sappiamo che l’integrazione verticale (un termine proveniente dal giurassico informatico ma ancora in qualche misura calzante per Apple) non va molto d’accordo con quote di mercato maggioritarie. Oggi ogni prodotto hardware di Apple, ad eccezione dei player musicali di vecchia generazione, arriva all’utente finale dotato di tutte le soluzioni necessarie al suo funzionamento: da iCloud alle applicazioni, senza dimenticare ovviamente l’OS. Il controllo su tutte queste componenti, particolarmente nei dispositivi iOS, è fondamentale per l’esecuzione del modello di business di Apple, fondato su un completo controllo dell’esperienza utente. Quanto tempo passerà prima che i software preinstallati su iPhone e iPad, il secondo detentore di una quota di maggioranza assoluta nel segmento, passino al vaglio dell’antitrust?
Un problema per inciso ancor più cogente quando, con iPad Mini, Apple vada a conquistare una quota di mercato ancor più dominante di quella che già detiene nel mondo tablet. A quel punto Apple riuscirà a mantenere solo quei lock-in che riuscirà a dimostrare siano fondamentali per l’esperienza del dispositivo, e saranno dolori.
In quanto a iPod, fanboy, prodotti inferiori etc, non è molto sensato dare del fanboy a chi acquista un iPod: dopotutto iTunes è la prima piattaforma, e di gran lunga, di distribuzione legale di contenuti. Un servizio, a chi non ha voglia di smanettare con BitTorrent per vedere un film, in effetti lo dà.