Il Museo di Paul Allen

Il 25 ottobre scorso Paul Allen (co-fondatore di Microsoft) ha aperto ufficialmente a Seattle il Living Computer Museum, non lontano da Redmond e quindi dal quartier generale di BigM.

Il Living Computer Museum

Il museo sorge sulle ceneri di un vecchio capannone industriale e raccoglie al suo interno un discreto numero di calcolatori che hanno fatto la storia dell’informatica mondiale.

L’idea di Allen è quella di creare un posto per famiglie e curiosi, non perdendo di vista però gli appassionati del genere. Tutto il materiale presente appartiene alla collezione privata del co-fondatore di Microsoft, che sembra aver riscoperto un sapore nostalgico in questa iniziativa.

Il museo non è “under the glass”, ovvero le macchine esposte non sono sigillate ma è possibile interagire direttamente con esse, ammesso che si sappia come fare.

Al fianco degli immancabili Apple II e TRS-80, troviamo uno splendido esemplare di PDP-7 della DEC, probabilmente l’unico ad essere ancora funzionante.

PDP 7

La visita è strutturata tramite una time-line e durante il percorso spesso ci si trova difronte a foto storiche come quella classica che ritrae Allen seduto ad una tastiera e Gates che lo osserva.

Allen è un collezionista di fama mondiale e nell’area di Seattle ha altri due musei: uno dedicato al mondo degli aeroplani (Flying Heritage Collection) ed uno alla musica popolare e alla cultura pop (Experience Music Project and Science Fiction Museum and Hall of Fame, ovvero EMP|SFM).

Nel caso del Living Computer Museum nonostante il tentativo di Allen sia interessante, bisogna notare che il numero di pezzi esposti è decisamente limitato, oltre ad essere scarno ovvero spesso non dotato di accessori/componentistica/manuali/box ecc.

Inoltre sorprende il fatto che una “special Microsoft area” sia prevista solo per il futuro: possibile che il co-fondatore della più grande software house del mondo non abbia nel proprio “magazzino” alcune copie dei software (oltre che materiale vario) che hanno fatto la storia dell’informatica mondiale?

O avrà seguito le orme di Steve Jobs che al ritorno in Apple si è disfatto di tutto ciò che doveva dar vita al museo ufficiale?

Comunque sia, se pensiamo ai tanti appassionati in Italia di retrocompunting (compreso il sottoscritto), nel nostro Paese si potrebbe sicuramente realizzare qualcosa di assolutamente più completo ed interessante… quello che ci manca sono, per ora, i soldi del buon Paul.

Il sito ufficiale del museo è: http://www.livingcomputermuseum.org/

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