Recentemente sono capitato su una pagina di Branch in cui alcuni giornalisti hi-tech statunitensi discutono del prezzo dell’iPad Mini. Un prezzo che ad alcuni è sembrato elevato, pur considerando la qualità produttiva del prodotto e la maggior dimensione dello schermo rispetto alla concorrenza targata Google e Amazon.
Nulla da dire: Apple non si è propriamente calata le braghe per contenere il prezzo. Ha mantenuto specifiche tecniche valide benché piuttosto conservative e preservato un margine non troppo diverso rispetto a quello che ne ha fatto la fortuna in borsa. D’altronde la posizione di Apple nel mercato tablet è ancora sufficientemente forte da consentirle di fare il prezzo (e di non scendere a compromessi sulla qualità costruttiva).
C’è poi un aspetto che vale la pena di sottolineare relativamente ad iPad Mini: tutta la gamma di prodotti iOS porta soldi nelle casse di Apple primariamente attraverso l’hardware. Google e Amazon al contrario sviluppano margini esigui se non inesistenti sui propri tablet in forza di un diverso modello di business, più dipendente dai contenuti. Gioca poi un ruolo primario la posizione di mercato, che li costringere a innescare una price war per estendere la base utente e avviare quell’effetto volano sul software e i contenuti che oggi molto contribuisce alla forza di iOS.
Ciò premesso, iPad mini assumerà il ruolo “storico” di abbassare sensibilmente il prezzo medio di vendita di iPad, con conseguenze rilevanti: le vendite del mini andranno inevitabilmente a cannibalizzare quelle dell’iPad, sia del 2 ormai prossimo alla dismissione, che del 4, per tutti coloro che troveranno il nuovo formato più pratico nei propri scenari di fruizione.
Personalmente dopo aver maneggiato il mini, il 4 mi è parso… un mattone. Già non ho mai trovato il formato da 9,7″ troppo idoneo a scenari d’uso diversi dal divano. Se fossi abituato a fare presentazioni con l’iPad – molti commerciali lo usano quotidianamente a questo scopo – probabilmente rinuncerei con riluttanza allo schermo da 9,7″. Non essendo questo il caso ho modo di godermi tutti i vantaggi del nuovo nato in casa Apple sul divano senza rimpianti nel resto della giornata.
Non mi dispiace neppure che il mini sia ancor più orientato del “fratello maggiore” alla fruizione di contenuti: da fedele utente di Dropbox, ho voluto dare una chance a iCloud via iWork per iOS. Ebbene, mi è bastato un minuto per vedere vanificate le mie speranze su un’autentica trasportabilità dei dati fra Mac e iPad: basta aprire un documento di media complessità per perdere tutte le formattazioni. Paradossalmente l’iPad rende in questo scenario – cruciale a mio modo di vedere – molto più sensato l’approccio web-centrico di Google Docs.
Complessivamente, da utente, credo che l’iPad Mini finirà per essere l’unico iPad di cui sentirò il bisogno. Cercando di allargare la prospettiva, credo rimanga ferma una considerazione che esprimevo già qualche mese fa riguardo alle aree di sovrapposizione nella gamma Apple:
Ma con un iPad mini 3G a questo punto sempre in tasca, non finirei per usare meno l’iPhone, o meglio, per usarlo più che altro come telefono, che poi è la funzione a minor valore aggiunto che propone?