Microsoft con il nuovo ecosistema Windows 8 based sembra fare decisamente sul serio: dai desktop, agli smartphone, ai servizi Cloud, ecc. nulla è lasciato al caso. Ma a catturare l’attenzione di una consistente parte dei media specializzati è soprattutto il nuovo tablet Surface.
Il nuovo prodotto hardware targato Redmond ha creato infatti non poco scompiglio e, addirittura, alcuni produttori di hardware, anche storicamente legati alla società guidata da Ballmer, non hanno lesinato attacchi e commenti poco eleganti. In particolare ci si domanda perché Microsoft voglia entrare così prepotentemente nel mondo dell’hardware anche a discapito degli OEM storici.
Al di là del fatto che il primo “concept” di tablet fu presentato proprio da Microsoft agli inizi del 2000 (basato su Windows XP) e non da Apple come oggi spesso si sente dire, bisogna ricordare che la società di Redmond, nonostante sia comunemente identificata come una Software House, negli anni ha presentato diversi prodotti hardware che hanno riscosso anche un ottimo successo di mercato. Guardando più a fondo si scopre che l’azienda co-fondata da Bill Gates ha commercializzato hardware durante 32 dei suoi 37 anni di attività, tanto che il numero di Mouse Microsoft venduti tra il 1983 e il 1986 era dello stesso ordine di grandezza del totale dei software venduti.
La specifica divisione aziendale, Microsoft Hardware Group (anche nota semplicemente come Microsoft Hardware), nel corso degli anni ha ampliato enormemente il portfolio dei prodotti hardware made in Redmond, abbracciando: game controller, webcam, router, telefoni cordless, speaker, player MP3, cellulari, console da gioco, ecc.
Quello che probabilmente è meno noto, è l’impegno profuso da Microsoft (durante gli anni ’80) nella realizzazione di kit di espansione, sia per il mondo Apple che per il mondo PC. Capostipite di tali soluzioni è stata l’ottima SoftCard per l’Apple II, lanciata proprio nel 1980 e partorita da un’idea di Paul Allen. SoftCard venne sviluppata con la Seattle Computer Products e, in particolare, con Tim Paterson, autore del Q-DOS poi trasformato in PC-DOS da Microsoft. La scheda è basata su CPU Zilog Z80 permettendo così di eseguire sul sistema della Mela il CP/M ed i relativi software, cosa non da poco visto che l’OS di Digital Research era la piattaforma di riferimento tra la seconda metà degli anni ’70 e i primi anni ’80.
Microsoft SoftCard per Apple II
SoftCard ha un successo notevole, tanto che Ballmer, durante la presentazione di Surface, rimarcherà come essa, in abbinamento ai relativi compilatori per CP/M, era la primaria fonte di guadagno per Microsoft nel 1980.
Per potenziare SoftCard, Microsoft propone anche RAMCard, un upgrade di ben 16KB di RAM da inserire in uno degli slot di espansione dell’Apple II. Nonostante la memoria aggiuntiva sia pensata per essere utilizzata dal CP/M, alcuni programmi nativi (come VisiCalc) possono utilizzarla se appositamente fixati.
RAMCard
Nel 1982 Microsoft rilascia anche RAMCard per PC IBM, con duplice funzionalità: fungere da espansione di memoria e, in coppia con RAMDrive, operare come un disco rigido virtuale che essendo in RAM vanta una velocità oltre 50volte maggiore (secondo quanto dichiarato da Redmond) di un disco fisico. I tagli disponibili erano compresi tra 64KB e 256KB, decisamente rilevanti per il periodo di riferimento. Restando sempre nella sfera PC IBM, nel 1983 arriva SystemCard che combina in un’unica scheda ISA: espansione di memoria (64KB – 256KB), una porta parallela con relativo spooler di stampa, una porta seriale RS232 con relativo emulatore di terminale e un chip di calendar/clock realtime. Condensando insieme queste funzionalità, si riusciva a lasciare vuoti gli altri slot di espansione per aggiungere eventuali ulteriori caratteristiche tramite schede terze.
SystemCard
Il 1983 è, inoltre, l’anno dell’Apple IIe (con una maggiore risoluzione video, più RAM e diversi altri miglioramenti) e Microsoft aggiorna la propria SoftCard rilasciando Premium SoftCard IIe. Ad essere precisi tra le due SoftCard per Apple II viene rilasciata (nel 1982) anche la SoftCard III per il poco brillante Apple III.
SoftCard III
Nel 1984 arriva il Microsoft PCjr Booster with Mouse, ovvero una sorta di dock station di espansione per il disastroso PCjr di IBM.
Microsoft PCjr Booster with Mouse
La dock (parte sinistra del PCjr nella figura 5) aggiunge 192KB di RAM (portando il totale a 256KB) e l’interfaccia di connessione al Mouse. Inoltre il package include anche un Microsoft Mouse. L’upgrade è quasi indispensabile visto che con i 64KB di memoria standard del PCjr è praticamente impossibile eseguire programmi professionali, come Lotus 1-2-3 e lo stesso Microsoft Word. Nel 1985 nonostante il connubio con Apple stia per terminare (leggasi rilascio di Windows), Microsoft presenta Microsoft MacEnhancer, che, tramite collegamento alla porta stampante o a quella del modem del Mac, permette di sfruttare sul nuovo sistema Apple le periferiche per PC IBM tramite una porta parallela e due porte seriali compatibili con gli standard utilizzati da BigBlue.
Microsoft MacEnhancer
Nel 1986 Microsoft presenta InPort, ovvero un nuovo tipo di connettore a 9-pin per il Mouse, comandato dall’ InPort Graphics Input Chip e pensato per lasciare libera la porta seriale. La soluzione è decisamente valida e Microsoft offre il tutto a un prezzo veramente basso, ma InPort non riesce ad imporsi sul mercato anche se diversi produttori di Cloni IBM decidono di integrarlo nei propri sistemi. InPort può essere considerata il pro-genitore (da un punto di vista concettuale) dell’interfaccia per il Mouse che verrà presenta con il PS/2 e che diventerà lo standard per il mondo dei PC Desktop.
La scheda di controllo di InPort
Con il rilascio definitivo di Windows 1.01, Microsoft presenta anche Mach 10 (1986) un kit di espansione per gli IBM PC e i PC XT del periodo basati su CPU 8088 a 4,77 MHz, decisamente troppo lenti per la GUI di Redmond. Mach 10 è basato su una CPU 8086 a 9,54 MHz che incrementa notevolmente le prestazioni del PC, e ha un’ interfaccia inPort, il tutto offerto ad un prezzo vantaggioso rispetto all’acquisto di un nuovo PC più performante.
Nel 1988 arriva Mach 20, pensato per espandere i PC con CPU 8088 al fine di renderli idonei ad eseguire OS/2, ovvero l’OS che doveva diventare il nuovo standard di riferimento per il mondo PC. Mach 20 si basa su una CPU Intel 80286 a 8 MHz e prevede anche uno slot di espansione per il co-processore matematico 80287. Il kit dispone anche dell’interfaccia inPort, dell’espansione Memory Plus (fino a 3.5MB di RAM) e dell’espansione Disk Plus per il supporto ai floppy ad alta densità (HD, 1,44 MB).
Mach 20
Il Mach 20 rappresenta il punto di svolta per Microsoft Hardware: infatti dopo di esso, la divisione concerterà tutti i propri sforzi sui dispositivi di input e, in tempi più recenti, su dispositivi multimediali, per il gaming e… oggi i tablet.