Micheal Arrington è tornato di recente a parlare della videocamera Flip, piccolo gadget elettronico che si sta diffondendo a macchia d’olio soprattutto negli USA, Paese nel quale l’uso di YouTube è particolarmente radicato nella popolazione.
Mike nota giustamente che, a paragoni fatti, la videocamera Flip fà meno cose di una qualsiasi fotocamera compatta di fascia bassa, che spesso costa persino meno della “modaiola” Flip .
Concordo pienamente con l’analisi fatta, Flip è il classico esempio di come la filosofia “less is better” non è sempre vincente. Lo è stata per Twitter, ad esempio, che è riuscito a spopolare di fatto togliendo features anzichè aggiungerle, tanto è vero che i concorrenti come Pownce e il neonato Plurk cercano di affermarsi (finora senza successo) proprio aggiungendo features.
Nel caso di Flip ciò che manca è essenzialmente il vantaggio per l’utente rispetto ad una fotocamera tradizionale. Il discorso sulla semplicità d’uso non regge, dato che ormai la maggior parte delle compatte sono di immediato utilizzo e, rispetto a Flip, sono dotate di molte più funzioni.
Insomma, Flip pare più che altro un fenomeno montato ad arte dai media, soprattutto mainstream, che l’hanno da subito spinta e “pompata”, convincendo la massa che Flip era la videocamera perfetta per produrre video da caricare su YouTube.
Il consumatore accorto sa invece che la sua fotocamera può già registrare video, tra l’altro molti produttori includono la funzione “YouTube” nelle loro fotocamere che ottimizza automaticamente il video per essere caricato sul popolare sito di video sharing.