Il tema del Green ICT da qualche tempo compare sempre più frequentemente nei convegni legati al mondo dell’ICT, segno che le aziende, soprattutto di grandi dimensioni, iniziano a sentire l’urgenza del tema.
Di Green ICT si è parlato a Milano in un convegno organizzato da Assolombarda che, seppur con un approccio molto poco “2.0” (l’evento sul Green ICT non aveva un sito web dedicato), ha fatto emergere numeri ed osservazioni interessanti sul tema.
Va innanzitutto premesso che il Green ICT tende alla riduzione delle emissioni di CO2 seguendo due diversi approcci. In primo luogo tende a ridurre i consumi del comparto ICT, oggi responsabili di circa il 2% delle emissioni globali. In secondo luogo il Green ICT cerca di capire come la tecnologia possa aiutare a consumare meno CO2, ad esempio riducendo gli spostamenti delle persone.
Mediamente su 100W assorbiti da un server, 40W vengono spesi per raffreddamento ed alimentazione, 42W vanno a periferiche ed accessori vari, 18W vanno al processore che ne “usa” 15 per stare in idle e 3 per l’effettiva esigenza di calcolo. Microsoft stima che mediamente un server, nel suo ciclo di vita, viene utilizzato solo al 10-12% delle sue reali potenzialità: uno spreco di soldi e di energia.
Uno dei dati più allarmanti emersi durante il convegno è stato quindi quello legato ai datacenter. Pensate che ben il 40% dell’energia assorbita da queste strutture, viene interamente spesa per il raffreddamento delle sale e delle macchine.
Il problema della dissipazione di calore è molto sentito, anche perché all’aumentare della potenza dei nuovi sever, aumenta anche il calore prodotto (e la conseguenze richiesta energetica per raffreddare il tutto). Per risolvere questo problema, oltre a produrre datacenter efficienti, si è pensato anche di delocalizzare i datacenter in zone “fresche” del pianeta, ad esempio in alta quota o in paesi nordici.
Molto interessante è il caso dell’Islanda, paese che garantisce freddo polare, energia quasi interamente pulita e un ottimo livello di sicurezza.
Il Green ICT è però argomento che tocca la vita di tutti noi, non solo delle grandi aziende. Spegnere il monitor quando non siamo al computer, usare le funzioni di sleep, scegliere periferiche che consumano poco e i cui consumabili (es. cartucce) sono realizzati in materiali riciclati/riciclabili è una scelta non solo spesso conveniente per le nostre tasche, ma anche e soprattutto un dovere morale nei confronti delle prossime generazioni.
Amando la concretezza e la praticità, nei prossimi giorni indicherò due semplici soluzioni che PMI e persino privati possono adottare, per ridurre l’impatto della propria attività sul nostro affaticato pianeta.