Ieri Davide Costantini mi ha segnalato un suo interessante contributo sui costi dell’iPad 7, un oggetto su cui si discute e specula a ritmi frenetici dal lancio del Nexus 7, il tablet lanciato da Google ad un prezzo estremamente competitivo. Riporto qui alcune delle considerazioni che ho condiviso nello scambio di mail di ieri ed altre che sono maturate nelle ore successive.
La domanda ferale è la seguente: avrebbe senso da parte di Apple sviluppare un iPad da 7″ e venderlo ad un prezzo competitivo con il tablet di Google? Supponiamo che l’azienda della mela riesca a ricavarne un profitto – a differenza di Google, che ha ammesso di vendere il suo tablet quasi al costo – il gioco varrebbe la candela?
Un iPad da 7 pollici e rotti, con un prezzo aggressivo, implicherebbe una strategia finalizzata all’occupazione del mercato. Una strategia estranea alla massimizzazione dei profitti – anche a spese della quota di mercato, particolarmente nel caso di iPhone – che a Cupertino rappresenta, dal ritorno di Jobs in poi, una stella polare.
A fronte di cosa varrebbe la pena di sovvertire i propri piani? A fronte di un prodotto valido sì, ma il cui successo sul mercato sul medio termine è ancora tutto da dimostrare?
Certo, come altri dispositivi della gamma Nexus, il 7 indica la strada agli OEM che integrano Android. Che individualmente abbia o meno successo sullo scaffale (e lo sta avendo a quanto pare), non potrà non condizionare le strategie dei produttori di tablet Android, che finora hanno conosciuto magrissime soddisfazioni a fronte dello strapotere di iPad.
Questa minaccia, ancora tutta da misurare, basterà a convincere Apple a rinunciare ai suoi margini? Il precedente del pur popolarissimo Kindle Fire non depone a favore di questa ipotesi. Ammettendo che l’iPad da 7 arrivi ad prezzo allineato agli standard di Apple – peraltro per la dimensione delle applicazioni iPad 8 Gb sarebbero pochissimi – rimane però aperto un problema di griglia di prodotti. Se la dimensione dello schermo di iPhone andrà a crescere con la prossima versione, un iPad in scala ridotta potrebbe non incastrarsi a perfezione nella griglia semplificata che da lustri rappresenta un’altra stella polare per Apple – con riflessi sull’utenza e sul mondo sviluppatori.
In effetti, è possibile escludere che un iPad mini cannibalizzi le vendite di iPad? Certo, ad un prezzo di vendita di circa la metà dell’iPad 2 avrebbe le carte per estendere il mercato dei tablet Apple, con l’iPad retina lasciato a presidio della fascia alta. Da quando uso il Kindle ho poi iniziato ad apprezzare la compattezza del formato, e disporre nello stesso spazio di funzionalità analoghe a quelle di un iPad non mi dispiacerebbe affatto.
Ma con un iPad mini 3G a questo punto sempre in tasca, non finirei per usare meno l’iPhone, o meglio, per usarlo più che altro come telefono, che poi è la funzione a minor valore aggiunto che propone? Dunque – come il Nexus 7 – l’iPad mini dovrebbe essere solo WiFi, ma che senso avrebbe per un dispositivo che più dell’iPad da 9,7″ è comodo da portarsi appresso e più di un Kindle invoglia all’uso di funzioni che richiedono connessione?
Sono questioni non da poco conto, che mi lasciano complessivamente molto perplesso su questo fantomatico iPad mini, soprattutto curioso di sapere come andrà a finire!
PS linko un’interessante comparazione fra le dimensioni dello schermo dei vari tablet del momento, compreso il presunto “iPad Mini” (via John Gruber).