Pubblichiamo un guest post di Isaac
nVidia ha annunciato ufficialmente la sua nuova architettura denominata Tegra: è vero, ne abbiamo già parlato qui ma oggi abbiamo una scusa per ritornare sull’argomento. Sono infatti trapelati ulteriori dettagli, grazie ai quali possiamo dedicarle un approfondimento e sbilanciarci sulle possibili prospettive che si aprono.
Affronteremo l’argomento in tre post distinti, dedicati ad approfondire tutti gli elementi tecnici e di scenario che possono aiutarci a capire il destino dell’avventura di nVidia nel settore CPU.
Prima cosa: non sono CPU, smettetela subito di chiamarle così! I prodotti della linea Tegra, come molti altri di quel segmento di mercato, sono dei SOC (System On a Chip): in altre parole sono dei componenti altamente integrati che incorporano più mattoncini di quel Lego che è l’architettura di un moderno computer.
Il panorama è molto variegato, ma c’è un elemento che contraddistingue la proposta di nVidia: la GPU, ciò che le riesce meglio. Nell’attuale contesto questo potrebbe rappresentare un punto di grande forza, ma di questo ne parleremo più avanti.
Vediamo prima nel dettaglio i processori della famiglia Tegra: l’APX 2500, già svelato da qualche mese, è il fratellino piccolo, destinato agli smartphone, ai navigatori GPS e ai lettori multimediali portatili di prossima generazione; i Tegra 600 e 650 puntano invece più in alto, ovvero ai MID (Mobile Internet Device), per intenderci UMPC e subportatili low-cost come l’EEE.
L’architettura è fondamentalmente la stessa: un ARM11 MPCore come CPU, una GeForce ULP (Ultra Low Power), uno stream processor chiamato HD AVP (High Definition Audio Video Processor) e una manciata di controller (RAM, USB, IDE, memoria flash). Il risultato? Ecco alcune caratteristiche:
– decodifica di flussi video HD H.264 (fino a 1080p)
– codifica di flussi video HD H.264 (720p)
– supporto alle OpenGL ES 2.0, pixel shader e V&L programmabili
– supporto ai sensori di fotocamere fino a 12 MPixel con ISP (Image Signal Processor) integrato – stabilizzatore digitale, face tracking, eccetera
– doppia uscita video, una primaria per l’LCD del dispositivo e una secondaria per uno schermo esterno (a seconda della versione sono supportati HDMI, VGA, NTSC/PAL, S-Video, composito; e come risoluzione fino al 1080p)
– dimensioni estremamente ridotte (il package è 12×12 mm)
– consumi eccezionalmente contenuti: fino a 30 ore di riproduzione video HD ininterrotta
– hardware ottimizzato per il supporto di applicazioni Web 2.0
– supporto nativo a Windows CE e Windows Mobile – senza escludere gli altri, anzi, il supporto a OpenKode fa pensare al contrario
Ciò che differenzia le varie versioni sono sostanzialmente la frequenza di clock (che va dai 600 agli 800 Mhz), il supporto a risoluzioni di decodifica e di output video più o meno elevate e altri particolari secondari (come il controller IDE, ovviamente assente sull’APX 2500).
Nelle prossime puntate daremo uno sguardo alle prospettive del SOC di nVidia sul mercato, con un occhio ad una quanto mai agguerrita concorrenza.