Riallacciandomi ai post su Wikipedia delle scorse settimane, dedichiamo questo articolo a Microsoft Encarta.
Siamo esattamente a tre anni da quando la società di Redmond ha ufficialmente terminato il relativo sviluppo, dopo aver dominato per 16 anni il settore delle enciclopedie multimediali. La decisione è conseguenza, principalmente, dell’inarrestabile avanzata di Wikipedia che proprio a gennaio del 2009 arriva a toccare il 97% delle preferenze. Wikipedia può contare su un aggiornamento praticamente continuo e real time delle voci contenute, cosa impossibile da fare con Encarta, sia per le modalità di distribuzione che per quelle di sviluppo.
Il big di Redmond annuncia direttamente dalla sezione del sito dedicato ad Encarta la decisione di abbandonare il settore:
“The category of traditional encyclopedias and reference material has changed. People today seek and consume information in considerably different ways than in years past. As part of Microsoft’s goal to deliver the most effective and engaging resources for today’s consumer, it has made the decision to exit the Encarta business.”
[“Il settore delle enciclopedie tradizionali (multimediali) è cambiato. Le persone oggi cercano e consumano le informazioni in modi considerevolmente diversi rispetto agli anni passati. Nel proprio piano di sviluppo di strumenti sempre più efficaci e coinvolgenti per l’utente, Microsoft ha deciso di uscire dal business di riferimento di Encarta”]
Ripercorriamo sinteticamente la storia di Encarta e la sua evoluzione, partendo dall’idea originaria maturata dallo stesso Gates, che nella seconda metà degli anni ’80 intuisce le potenzialità di un’enciclopedia per PC e la possibilità di stravolgere l’idea stessa di enciclopedia [cartacea].
Per i contenuti, Microsoft si rivolge inizialmente alla prestigiosa Encyclopedia Britannica che, però, rifiuta categoricamente di fornire il proprio materiale per il poco nobile “personal computer”. Così Gates si affida all’editore Funk & Wagnalls che gli consente di utilizzare i contenuti dell’omonima enciclopedia cartacea.
Il rifiuto di Britannica comporta, comunque, che il nuovo prodotto non può contare sui contenuti più prestigiosi e spinge Microsoft a focalizzare i propri sforzi sulla multimedialità, così come evidenziato dal “case study” di Shane Greenstein e Michelle Devereux, redatto per la scuola di Management “Kellogg School” della Northwestern University:
“Microsoft could not build its encyclopedia on the highest-quality content. Instead, it invested in choice graphics and sound to bring value to its product.”
[Microsoft non poté realizzare la propria enciclopedia sui contenuti più rinomati (Britannica). Così investì sulla grafica e sul sonoro per aggiungere valore al prodotto]
La prima versione ufficiale (codename Gandalf) della nuova enciclopedia viene presentata nel 1993 con il nome definitivo di Microsoft Encarta, scelto da un’agenzia pubblicitaria incaricata di studiare il posizionamento del prodotto sul mercato.
Il package della prima versione di Encarta
Come detto, il team di sviluppo si concentra soprattutto nel rendere Encarta qualcosa di più di una semplice trasposizione digitale di contenuti cartacei: un’esperienza innovativa grazie ad un numero impressionate di immagini, illustrazioni, mappe, oltre a una time line di consultazione, un atlante, 11.000 foto e otto ore di clip audio.
Inizialmente Microsoft immagina di vendere la propria enciclopedia ad un prezzo decisamente corposo, circa 1000 – 2000$ (comunque conveniente rispetto alle soluzioni cartacee), ma la quotazione finale si assesta sui 395$.
Nei primi 6mesi Encarta raggiunge il 3% del mercato, in affanno rispetto a “Kang Pudun Interactive Encyclopedia” (Compton’s Interactive Encyclopedia) che si attesta come leader di mercato grazie al prezzo concorrenziale di 129 dollari per gli utenti che già dispongono di un prodotto concorrente (anche cartaceo), mentre il prezzo pieno è identico a quello praticato da BigM.
La risposta della società di Gates non si fa attendere e, per il periodo Natalizio del 1993, Encarta viene offerta a 99$. Il successo è travolgente e, con oltre 350.000 copie vendute, l’enciclopedia di Redmond diventa leader del settore anche se la profezia di Martin Leahy del reparto vendite:
“you know, is not it? Prices will never go up, right?” (pronosticata ad un collega)
si concretizza in pieno e il prezzo non è più risalito. In compenso nel 1994 Microsoft riesce a vendere ben 1 milione di copie della propria enciclopedia.
Encarta ed. 1994
Da questo momento in poi sembra che Microsoft non abbia più rivali nel settore: Encarta viene pubblicata nei Paesi più importanti e riscuote un successo planetario. L’utilizzo di “pubblicata” invece di “localizzata” non è casuale, visto che Microsoft decide che le varie edizioni locali debbano essere realizzate secondo quelle che sono le connotazioni tipiche del Paese a cui si rivolgono.
In Italia (dove Encarta arriva in versione localizzata nel 98 e incontra la concorrenza di DeAgostini e Rizzoli) le singole voci sono pensate e redatte per soddisfare esigenze e curiosità culturali tipiche della storia italiana, tanto che Microsoft collabora con le più importati istituzioni nazionali (es: Accademia delle Belle Arti di Firenze) per arricchire il proprio prodotto.
Encarta 99 Italiana
Il 1998 è un anno importante per Encarta: la casa di Redmond, infatti, acquista la Collier’s Encyclopedia e la New Merit Scholar’s Encyclopedia, segnando un salto qualitativo dei contenuti non indifferente. D’altronde le enciclopedie cartacee sono allo stremo, tanto che persino la storica Britannica è stata acquistata (1996) sotto costo da Jacqui Safra e a marzo del 2012 arriverà lo stop definitivo a nuove edizioni stampate.
Tornando invece ad Encarta, è doveroso ricordare che nel corso della sua evoluzione l’offerta base si arricchisce di serie di soluzione specialistiche: da Encarta Atalante (Atlas) a Encarta Kids, pensato per essere utilizzato come strumento di apprendimento dai più piccoli. Inoltre nel 2000 Microsoft tenta la strada del Web con Encarta Online accessibile in versione full a fronte di un abbonamento mensile.
Encarta Online
Encarta Atlas
Encarta Kids
Nonostante la posizione di assoluto leader di settore, nel 2001 il lancio di Wikipedia innesca la miccia che poterà Microsoft ad uscire dal settore. Anche Atlas, con il lancio di Google Maps e Google Earth, diventa improvvisamente “vecchio” e segue ovviamente il destino dell’enciclopedia.
Tutt’oggi Microsoft conserva ancora una infinità di contenuti accumulati nel corso degli anni di sviluppo di Encarta ed ereditati dalle varie acquisizioni. Molti sono di altissima qualità e fanno decisamente impallidire le omologhe voci di Wikipedia.
Nell’ottica di non consegnare tutto all’oblio, Mathias Schindler, uno degli amministratori di Wikipedia Germania, ha inviato una serie di e-mail al big di Redmond invitandolo a rendere libero il materiale di Encarta che non ha più in programma di utilizzare.
Noi ovviamente ci associamo a tale richiesta!