Top Comments: Giovanni su Wikipedia e il metodo scientifico

Commentando l’articolo intitolato “Perché Wikipedia è una minaccia al metodo scientificoGiovanni ha scritto:

Che la conoscenza arrivi dalla massa è francamente difficile da sostenere, ma altrettanto difficile mi pare sia fare il contrario, cioè che una certa parte della popolazione possa mirare ad asserzioni di tipo conoscitivo attraverso un metodo che miri all’obbiettività, non tanto perché come alcuni dicono, l’obiettività non esista, quanto perché mi chiedo il significato della parola in un contesto in cui si parla di conoscenza generica e non di specifica applicazione di un metodo ad una specifica materia.

Non so se effettivamente sia questa la base logica su cui poggia wikipedia a me pare perlopiù un agglomerato di informazioni (che a parer mio, differisce dal concetto di conoscenza, perché tra sapere l’esistenza di Napoleone e scrivere un trattato sulla politica di inizio 800 della Francia di differenza ce ne corre) classificate ed organizzate attraverso il “Linkaggio” informatico.

Alternativo alla scienza? Dipende… se davvero si crede che la scienza sia l’unico metodo conoscitivo che sia degno di essere considerato allora si, ma sinceramente io non la vedo in questo modo; per me l’attacco non solo è lontano dalle finalità di wikipedia, per me l’attacco alla scienza non esiste proprio.

Risposta di Alessio: Non credo che il metodo scientifico arrivi a porsi come obiettivo una conoscenza inequivocabile (obiettiva). Il metodo scientifico “illumina” verità transitorie, valide fino alla successiva falsificazione. Perché? Perché il processo di indagine conoscitiva è continuo e spesso basta cambiare angolo di osservazione o introdurre un nuovo elemento nell’osservazione, per addivenire a risultati differenti. Per chi cerca risposte rapide e semplici il metodo scientifico è un ostacolo più che un aiuto.

Arriviamo alla divulgazione: ciò che fino a prima di Wikipedia abbiamo chiamato enciclopedia, è qualcosa che nasceva istituzionalmente intorno al rispetto, anche in fase divulgativa, della filiera del metodo scientifico. Oggi la divulgazione è in mano a hobbisti anonimi, che nessuna garanzia offrono in tal senso. Questo ha consentito alla divulgazione di assumere una scala inedita – come pubblico e come argomenti – ma ha interrotto, nel momento in cui Wikipedia ha iniziato a proporsi e venir percepita come un’alternativa p.es. alla Britannica, la filiera scientifica sull’ultimo miglio, quello, per l’appunto, della divulgazione. La rottura di questa filiera all’ultimo anello, a mio avviso, compromette anche ciò che vi sta a monte.

Dopodiché ogni cultura concepisce metodi di conoscenza alternativi alla scienza: la filosofia orientale sottolinea il ruolo dell’intuizione, cattolici, ebrei e musulmani credono nella verità come rivelata dalle scritture, ma non è epistemologicamente corretto mettere questi metodi a paragone con la conoscenza come derivata dal metodo scientifico, e quindi collezionata e trasmessa dall’enciclopedia.

Non obietto che Wikipedia abbia codificato il senso comune, la media di molte opinioni, e che abbia anche compiuto sforzi metodologici importanti per l’affinamento della conoscenza che veicola. Obietto la sua interferenza – che Google eleva al rango di problema culturale – nella filiera della conoscenza scientifica, che ha nell’enciclopedia l’ultimo anello di un metodo che parte dal microscopio.

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