E’ passato ben più di un anno dalla scrittura dell’articolo sull’AmigaOne X1000, il computer che avrebbe dovuto segnare il rilancio, se non il riscatto, della piattaforma Amiga PowerPC basata su AmigaOS 4 (l’erede ufficiale di AmigaOS).
Qualche mese fa, a fine ottobre, ne è stato messo a disposizione un primo lotto al pubblico, dopo che alcuni modelli erano già finiti fra le mani degli sviluppatori che li avevano preordinati per effettuare sviluppo e beta testing.
Questi modelli sono andati subito esauriti, ma non sono trapelate informazioni sul numero di pezzi che era possibile acquistare e che sono stati venduti, e non si capisce per quale motivo questi dati debbano essere celati. Non si tratta, infatti, di informazioni confidenziali sull’architettura, sia hardware che software, della piattaforma.
Tra l’altro alcuni clienti avevano già anticipato ben 750€ per accaparrarsene uno molti mesi prima che fosse commercializzato.
Se questa cifra sembra elevata, il prezzo dei computer venduti in edizione limitata (e non poteva essere altrimenti, poiché saranno stati sicuramente pochi i pezzi) supera le previsioni che avevo fatto nel vecchio articolo.
Andando a guardare l’annuncio si scopre, infatti, che parliamo di 1699 sterline, pari a circa 2682 dollari e 1957 euro, per portarsi a casa il computer assemblato, ma a cui bisogna aggiungere tasse, spedizione, e licenza del sistema operativo, il tutto per la configurazione… base (che si trova riportata nel link)!
E’ talmente base, che per un computer desktop con solo un GB di memoria di questi tempi si rende necessario coniare un nuovo termine, visto che pure i fondi di magazzino da due soldi dei supermercati non hanno così poca memoria centrale, e questo già da un po’ di anni a questa parte…
Per un sistema che era atteso per l’estate del 2010 (ma annunciato da prima), e che è arrivato soltanto qualche mese fa, sarebbe stato lecito attendersi una configurazione hardware al passo coi tempi, considerato anche l’elevatissimo costo del prodotto.
Di recente è stato pubblicato un annuncio per il prossimo lotto di X1000 che dovrebbe essere commercializzato, e di cui si chiede una registrazione agli interessati. Premesso che anche quest’operazione risulta alquanto strana e immotivata, visto che nelle prime dichiarazioni la casa madre parlava di 100-125 X1000 che sarebbero arrivati, ma che… non si sono ancora visti (quindi perché chiedere una registrazione? I prodotti non dovrebbero certo mancare), si spera che i nuovi utenti siano più fortunati riguardo alla dotazione hardware.
Soprattutto, ed è la cosa sicuramente più importante, la speranza è che allo stesso tempo sia messo a disposizione il s.o. per cui è stato pensato questo computer (AmigaOS 4.2) e ovviamente i driver per le periferiche.
Già, perché non soltanto nella versione base non si trova installato AmigaOS 4 (nemmeno l’ultima versione, la 4.1 update 5, che aggiunge un parziale supporto a questo nuovo sistema), ma anche i driver languono. In particolare i più importanti, quelli video, sono ancora in alto mare (al momento è disponibile soltanto il 2D), tanto che il “patron” dell’X1000, Trevor Dickinson, ha dovuto scucire un po’ di soldi per foraggiare lo sviluppatore e accelerarne lo sviluppo…
Di multiprocessing ovviamente nemmeno a parlarne: dei due core della CPU (la PA6T della ex PASemi) soltanto uno è operativo ed utilizzabile, e non si sa quando andrà a fargli compagnia il gemello, che al momento si spera che almeno sia spento per non consumare inutilmente corrente.
Hyperion, l’azienda che si occupa dello sviluppo di AmigaOS, ha assicurato che in futuro il s.o. sarà in grado di sfruttare le peculiarità dell’hardware di questa macchina, ma è ben noto che l’implementazione dell’SMP crea problemi di retrocompatibilità col parco software già sviluppato, per cui sarà interessante vedere se ripiegherà sull’AMP (che, però, richiede software specifico per l’utilizzo, ed più macchinoso da impiegare). Sempre che questo supporti arrivi…
Fra le caratteristiche dell’X1000 ci sono anche i 64 bit della CPU e il coprocessore XCore XS1 su cui tanto s’è speculato, rincorrendo i sogni dell’hardware custom dell’Amiga (ma in questo caso di custom non esiste nulla, poiché si parla sempre di componentistica già disponibile sul mercato e utilizzabile da chiunque).
I 64 bit, al pari dell’SMP, pongono seri problemi alla retrocompatibilità, per cui è difficile immaginare che se ne farà mai uso, e d’altra parte non si ricordano specifiche dichiarazioni di Hyperion in merito (che, però, parlando di sfruttamento dell’X1000, dovrebbe includere anche i 64 bit, visto che fanno parte delle novità di questa macchina).
In ogni caso visto che i PowerPC presentano mediamente prestazioni inferiori in modalità a 64 bit rispetto a quella a 32 bit, è consigliabile che non si proceda un questa direzione, a meno che l’utenza non abbia a che fare con grosse mole di dati, e in questo caso la possibilità di indirizzare più memoria fa certamente comodo.
Riguardo all’XCore, come già argomentato nel precedente articolo, rimane di scarsa, se non nulla, utilità, e difficilmente verrà impiegato dai programmatori, specialmente se teniamo conto che l’X1000 è una macchina di cui sono disponibili pochissimi esemplari, che non giustificano i maggiori costi di sviluppo per codice ad hoc.
Ma anche la sezione video suscita non poche perplessità, in quanto per sfruttare adeguatamente le risorse messe a disposizione dalle moderne GPU serve supporto specifico da parte del s.o. e, ancora una volta, delle applicazioni. Il 3D, che ancora manca all’appello, non è affatto detto che coprirà tutto ciò che offre questa importante componente di sistema, e non è nemmeno detto che verrà usato adeguatamente dagli sviluppatori (serve tempo per padroneggiare le novità).
Ultimo, ma non meno importante, è il discorso sulle prestazioni. Sono stati eseguiti alcuni benchmark subito dopo la sua commercializzazione, ma i risultati si sono rivelati a dir poco disastrosi (in questo thread è possibile trovare alcuni dati).
Ovviamente si sono accese forti polemiche da parte degli ammiratori della nuova macchina, che hanno subito contestato i risultati (peraltro eseguiti in buona fede dai possessori). C’è da dire che alcune obiezioni formalmente hanno fondamento, in quanto non sono state utilizzate le medesime versioni delle applicazioni.
La mia esperienza, comunque, mi porta a pensare che nemmeno da qui ad alcuni anni la situazione migliorerà in maniera apprezzabile: non è certo qualche revisione più aggiornata del software e qualche ottimizzazione che potrà cambiare un quadro generale fin troppo chiaro (ma per chi non vuol vedere qualunque scusa è buona per appigliarsi a vane speranze).
La CPU è quella, e non può certo fare miracoli. Infatti recentissimi test, questa volta incentrati sui browser (su Javascript, per l’esattezza), mostrano ancora una volta uno scenario desolante e che lascia l’amaro in bocca per quella che è stata propagandata come la miglior piattaforma PowerPC per i “nuovi Amiga”.
Nonostante tutto, l’entusiasmo degli ammiratori permane, e le difese a spada tratta non mancano anche di fronte a questa realtà tutt’altro che piacevole.
Per contro, le critiche di questa gente, spesso ferocissime, non sono mancate nei confronti dei prodotti a marchio Amiga di casa Commodore, di cui abbiamo parlato nell’articolo pubblicato la scorsa settimana.
Eppure le similitudini non mancano, visto che parliamo di prodotti dal costo in assoluto elevato, annunciati da tempo, e per i quali le case madri hanno chiesto all’utenza prenotazioni e l’esborso di denaro sonante come anticipo (qui la bravata di Commodore USA), quindi sfruttando le sostanze degli utenti come investimento per realizzare l’opera. Scelte che eticamente lasciano parecchio a desiderare da aziende che dovrebbero essere serie e professionali.
Ma per quanto sia criticabile il comportamento di Commodore, almeno le si deve dare atto che ha investito un po’ di soldi nella ricerca di case personalizzati. Inoltre il sistema risulta già pronto all’uso, sfrutta l’hardware su cui gira, e a conti fatti costa pure meno…
Non ultimo, le prestazioni sono su un altro livello rispetto all’X1000, che viene letteralmente polverizzato dai modelli dotati di CPU della serie i Core di Intel (ma tante volte prende sonore mazzate anche dagli Atom).
A questo punto la valanga di critiche di questi utenti non può che configurarsi come la naturale reazione a un “oltraggio” di Commodore USA alla “fede” costituita, e di cui ovviamente lei non è depositaria.
D’altra parte un comportamento del genere non risulta inaspettato, vista tutta la gente che s’è stracciata le vesti per un’operazione commerciale basata su marchi e loghi appiccicati a case, salvo sollevare grida di giubilo quando la stessa cosa è stata fatta dai produttori di hardware Amiga “new gen” (basato su PowerPC).
Sì sa, la coerenza quando c’è la fede di mezzo non è di casa, e forse non aveva tutti i torti Marx nella sua critica alla religione. Di qualunque natura essa sia…