Riprendiamo e terminiamo con questo post l’escursione sul tema della Ricerca Scientifica da un punto di vista “astratto” da contesti concreti andando a parlare della valutazione della ricerca.
PRODUZIONE SCIENTIFICA E VALUTAZIONE DELLA RICERCA
Se nelle due scorse puntate (1 e 2) abbiamo discusso ampiamente delle differenze tra ricerche applicate ed abbiamo individuato i ruoli tipici (ma non esclusivi) dei ricercatori legati alle aziende ed agli istituti pubblici di ricerca, è il momento di discutere dei risultati delle ricerche per entrambi i contesti ed individuare le modalità di valutazione della stessa.
Pensando ai risultati della ricerca applicata è logico pensare a soluzioni che migliorano od innovano dei prodotti, pertanto il risultato è evidente ed immediatamente comprensibile, inoltre il percorso di valutazione dello stesso è interno all’azienda, mentre pensando alla ricerca non applicata (come già detto quasi appannaggio esclusivo dei centri di ricerca pubblici) diviene necessario definire i sistemi che permettono la sua valutazione.
In tale caso il prodotto della ricerca consiste nelle cosiddette “pubblicazioni scientifiche”, ovvero nella redazione di articoli piuttosto dettagliati nei quali vengono illustrati metodi, strumenti e procedure impiegate nello svolgimento delle ricerche, ed ovviamente i risultati di queste.
Il passo successivo alla redazione dell’articolo consiste nella sua valutazione prima della pubblicazione nell’opportuno contesto (conferenza o rivista), e tale valutazione viene operata mediante il metodo della peer review (revisione paritaria).
La peer review prevede che l’articolo in questione venga letto (in genere questa procedura è anonima, anche se non è una regola assoluta) da due o tre (il numero dipende dall’editore della rivista o dell’organizzatore della conferenza) esperti dell’argomento, esperti che non appartengono esclusivamente al mondo accademico (quantomeno per le pubblicazioni in ambito ingegneristico) ma possono anche essere provenienti da aziende attive nel settore, i quali esprimono un giudizio sul lavoro presentato e richiedono delle integrazioni, chiarimenti, modifiche e quant’altro ritengono necessario ai fini della pubblicazione, fatto salvo l’avere espresso un giudizio comunque positivo del lavoro.
Tali richieste giungono all’autore che gestisce la corrispondenza con l’editore (corresponding author) e si provvede alle modifiche del lavoro corredandole laddove necessario con delle considerazioni che meglio illustrano le scelte fatte, e questa procedura termina quando il lavoro viene definitivamente considerato accettato o rifiutato.
In caso di articolo per conferenza il lavoro verrà successivamente presentato da uno degli autori in quella occasione (dovendo sostenere i costi per l’iscrizione alla conferenza, ed ovviamente le spese legate al soggiorno) e verrà in genere inserito nei cosiddetti atti del convegno, ovvero una raccolta (un tempo cartacea, oggi sempre più spesso limitata ai soli abstract in questo formato, oppure elettronica), mentre nel caso si tratti di un articolo per rivista si avrà la sua pubblicazione (gratuita) in essa (in forma cartacea e/o elettronica).
Tali articoli divengono in entrambi i casi di dominio pubblico (previo acquisto presso l’editore) e chiunque voglia può leggere quanto fatto dai ricercatori, ripetere gli esperimenti, contestarli e smentirli laddove individua degli errori sfuggiti alla revisione, ecc.
Questo approccio mette a disposizione di tutti il frutto delle proprie ricerche, ed apparentemente può sembrare controproducente in quanto chi fosse interessato ai risultati della ricerca per poterne beneficiare in una qualche applicazione di suo interesse può in questo modo ottenerli senza sforzo apparente, ma nella realtà ogni applicazione richiede la risoluzione di notevoli problemi, al punto che in molti casi è proprio dalla lettura dei lavori scientifici di gruppi di ricerca pubblici da parte di soggetti privati che nascono i rapporti di collaborazione per focalizzare ed applicare le ricerche ai prodotti.
LACUNE DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE
Se il sistema della peer review da una parte permette un processo selettivo sulla qualità ed i contenuti di assoluto rispetto, dall’altra non è esente da lacune e critiche.
Un primo punto discutibile consiste nella reale imparzialità del revisore, infatti non è raro assistere a pubblicazioni dai contenuti non di alto livello all’interno di riviste piuttosto importanti (in funzione del settore di interesse) e ritrovare articoli dai contenuti qualitativamente più elevati non pubblicati sulle stesse perché rifiutate durante la fase di peer review, oppure assistere alla richiesta di aggiunta di citazioni bibliografiche in qualche modo riconducibili al revisore stesso.
Ovviamente per ridurre questo fenomeno è tipico l’impiego di almeno due revisori (nel mio settore ho sempre trovato tre revisori) e, nel caso di revisioni ritenute discutibili, è possibile interpellare l’editore affinché controlli la bontà delle revisioni ed eventualmente sostituisca il revisore in discussione.
Un secondo punto è legato all’eccessiva rigidità che questo sistema presenta davanti a temi la cui scientificità è oggetto di discussione, perché sebbene questo sistema permetta di evitare lo “spam scientifico“, dall’altra può anche generare “falsi positivi” a tale riguardo.
Pertanto, alla luce dell’intera discussione svolta in questi tre post è evidente come la ricerca scientifica presenti peculiarità e difetti analogamente ad ogni altra attività, ma nonostante ciò abbia rappresentato e continui a rappresentare una forza trainante per l’innovazione e per lo sviluppo di un paese.
Molto altro ci sarebbe da aggiungere, ad esempio si potrebbe parlare dei ricercatori, dei problemi che essi incontrano, dei limiti e delle difficoltà che incontrano soprattutto agli inizi della loro carriera, spesso dovute a sistemi disorganizzati e mal gestiti e non dipendenti da loro, così come si potrebbe parlare delle intuizioni brillanti di molti di loro, delle storie di emigrazione e della dedizione verso un mondo fatto più di passione che di soddisfazioni economiche, ma per questo lascio lo spazio ai commenti.
Anche per oggi è tutto, vi rinnovo come al solito l’invito a continuare a seguirci, sempre su AppuntiDigitali, sempre con la rubrica Energia e Futuro.