Fin da quando si parla di Windows 7, si pensa, complici le dichiarazioni di Microsoft, a un OS snello, leggero e molto meno avido di risorse del suo discusso predecessore. Chi ha seguito la preview di Miniwin, un kernel mostrato da uno sviluppatore Microsoft nell’Ottobre del 2007, non avrà dunque potuto fare a meno di associarlo – malgrado la smentita dello stesso sviluppatore – alla nuova release di Windows, che proprio ieri è stata ufficialmente annunciata per il 2010.
Arriva dunque come una doccia fredda l’annuncio di Steven Sinofsky, senior vice president del Microsoft Windows e del Windows Live Engineering Group, secondo cui il kernel del prossimo venturo OS di Redmond, sarà sviluppato con un approccio evolutivo rispetto a quello che equipaggia Windows Server 2008, il quale a sua volta deriva dal kernel di Vista.
Chi temeva, e anche chi sperava, in una perlomeno parziale interruzione della catena della retrocompatibilità, può mettersi l’anima in pace: i software e i drivers che funzionano su Vista, funzioneranno anche su Windows 7. Niente sandbox, niente VM: compatibilità diretta dunque.
Lascia perplessi apprendere che il nuovo kernel sarà disponibile in versione 32 e 64 bit, ben 7 anni dopo il lancio dei processori a 64 bit. Sinofsky assicura in merito che l’ecosistema software a 64bit è ancora sostanzialmente immaturo.
Se sia davvero un problema dell’ecosistema e non, per esempio, dei ritardi nella tabella di marcia di Vista, e cosa eventualmente si debba fare per riuscire finalmente a traghettare il carrozzone Wintel verso una tecnologia ormai stagionata come i 64bit, dovremmo forse chiederlo proprio a Microsoft. La quale farà in ogni caso bene a mantenere le promesse circa i requisiti di sistema: contro il limite di memoria di 4Gb è già andato a sbattere Vista 32bit.
Fonte: TgDaily