Conclusa da poco la gara per l’assegnazione delle licenze in Italia, e a poche settimane dalla prima commercializzazione di una offerta WiMax (AriaDSL) torna alla ribalta una tecnologia israeliana di antenna Wi-Fi che vorrebbe insidiare lo standard 816 e tentare di far vivere il Wi-Fi anche fuori dalle mura domestiche che oggi in gran parte lo accolgono.
Questa “nuova” tecnologia sviluppata da InspiAir esiste già da qualche tempo ma non è mai decollata al di fuori di Israele, se si esclude una installazione nello Hudson River Park, New York; l’olandese KMC Systems ne ha acquistato i diritti di commercializzazione mondiali e dopo averla rinominata Max-Fi si appresta a lanciarla ovunque. Stando alle parole del responsabile business del partner inglese di KMC in questa avventura, la nuova antenna ha 4 segnali 802.11, può essere usata da 300 utenti e ha una portata di 2Km entro i quali si raggiungono gli 1-2 Mbit al secondo.
Annunci a parte – aspettiamo di vederla eventualmente in azione – la cosa interessante rispetto al WiMax non è tanto la portata, comunque limitata anche se esponenzialmente superiore al Wi-Fi, quanto il fatto che la tecnologia è pronta così com’è, soprattutto dal lato utente. Nessuna necessità di adattatori o antenne nuove, tutti i dispositivi Wi-Fi odierni possono usufruire della nuova antenna. Che sostanzialmente è poi quel che la gente vuole, evitare il proliferare di sigle e tecnologia: GSM, GPRS, EDGE, UMTS, HSDPA, HSUPA, wi-fi, wimax, wibro, iniziano a essere troppe le sigle relative alla trasmissione dati wireless, e sempre più difficoltoso è per l’utente medio capire se e come può utilizzare queste tecnologie. Sicuramente da questo punto di vista l’arrivo di un wi-fi “migliorato” che non richiede nessna cambio di hardware o filosofia va benedetto.
Recentemente il porto di Antwerp ha coperto 30 chilometri quadrati di superficie con 14 antenne Max-Fi, del costo di 1500 euro l’una, riuscendo a fornire a tutta la struttura l’accesso a telecamere wireless, VOIP e internet.
[fonte PC-world]